La Marsigliese

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La Marsigliese
inno nazionale francese
Dati generali
Nazione Francia (bandiera) Francia
Previgenza 1795-1799
Adozione 14 febbraio 1879[1]
Lingue francese
Componimento poetico
Titolo (FR) Chant de guerre pour l'Armée du Rhin
Autore Rouget de Lisle
Epoca 26 aprile 1792
Struttura
Strofe sette doppie quartine di novenari seguite da un distico di alessandrini[2] di ritornello
Schema metrico ababcddc EE
(vedi sezione)
Composizione musicale
Autore Rouget de Lisle
Epoca 26 aprile 1792
Forma e stile
Sistema musica tonale
Tradizione musica per banda militare[3]
Forma marcia militare
(vedi sezione)
Tempo = 112
Metro 44
Tonalità si♭ maggiore[4]
Francia (bandiera) Inni nazionali francesi
1795–1799La Marsigliese
1804–1814Le Chant du départ
1814–1830Le Retour des Princes français à Paris
1830–1848La Parisienne
1848–1852Le Chant des Girondins
1852–1879Partant pour la Syrie
1879–La Marsigliese
Audio
Versione strumentale eseguita dalla banda della marina degli Stati Uniti (info file)

La Marsigliese (in francese: La Marseillaise /la maʁsɛˈjɛz/[5]) o Chant de guerre pour l'Armée du Rhin (/ʃɑ̃ də ɡɛʁ puʁ laʁˈme dy ʁɛ̃/, Canto di guerra per l'Armata del Reno) è il canto rivoluzionario adottato per la prima volta nel 1795 e poi di nuovo dal 1879 come inno nazionale francese.

Composta da Rouget de Lisle[6] nel 1792, è parte del processo di affermazione dell'idea di nazione, rappresenta uno dei primi (per alcuni il primo[7]) esempi di inno nazionale moderno e si è imposta come modello di quelli repubblicani,[8] in contrapposizione all'inno della monarchia britannica God Save the King, di poco anteriore. In quanto portatrice di ideali democratici e testualmente sovversiva fu vietata nelle monarchie assolute[7] e sostituita nella Francia napoleonica, della Restaurazione e del Secondo Impero.[9]

Nella sua veste di prototipo, non solo ha ispirato autori di canti patriottici di fede repubblicana (come Mameli e Novaro per Il Canto degli Italiani), ma è stata direttamente adattata e intonata in molteplici contesti politici rivoluzionari, repubblicani e socialisti, fornendo tra l'altro la prima base melodica del testo dell'Internazionale.

  1. ^ Maugendre, p. 20.
  2. ^ Così secondo il manoscritto autografo, che reca «Aux armes, Citoyens ! formez vos bataillons:/marchez, qu'un sang impur abreuve nos sillons». La resa musicale impone invece la ripetizione di «marchez» (o «marchons»). (FR) Manuscrit autographe des Essais en vers et en prose de Joseph Rouget de Lisle (1760-1836), su Assemblée nationale. URL consultato il 26 ottobre 2022.
  3. ^ Giorgio Milazzo, La marcia nella musica europea, Sondrio, Animando Edizioni Musicali, 2009, p. 26. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  4. ^ Le edizioni d'epoca (1792) sono scritte in altre tonalità (cfr. Présidence de la République). La prima edizione pubblicata a Strasburgo senza accompagnamento è in do maggiore; questo stesso originale fu ripubblicato con l'aggiunta di una parte di clavicembalo da Bignon a Parigi nel XIX secolo. Rouget de Lisle tuttavia ripubblicò il brano nel 1825 in si♭ maggiore, e questa stessa tonalità è usata dalla versione ufficiale arrangiata da Pierre Dupont per orchestra militare nel 1938. (FR) La Marseillaise (PDF), su Présidence de la République. URL consultato il 28 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2008). Il brano viene comunque liberamente eseguito in varie tonalità che facilitano il canto, come si nota nella versione presentata e illustrata nel 1974 da Roger Boutry (la♭ maggiore) e in quella intonata il 14 luglio 2019 alla parata militare sui Campi Elisi (sol maggiore). Filmato audio (FR) LCI, La Marseillaise, comme vous l'avez rarement entendue, pour clore ce défilé du #14Juillet, su YouTube. URL consultato il 30 ottobre 2022.
  5. ^ marseillais, in Le Robert. URL consultato il 21 ottobre 2022.
  6. ^ Alcuni tentativi di attribuzione del brano ad altri compositori, in particolare all'italiano Giovanni Battista Viotti, non hanno trovato conferma documentale. Warwick Lister, Viotti, Giovan Battista, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 13 ottobre 2024.
  7. ^ a b Roberto Leydi, La nascita degli inni nazionali, in Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. URL consultato il 23 settembre 2022.
  8. ^ Conte, p. 45.
  9. ^ Conte, p. 44.

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