Le porte della percezione | |
---|---|
Titolo originale | The Doors of Perception |
Autore | Aldous Huxley |
1ª ed. originale | 1954 |
1ª ed. italiana | 1980[1] |
Genere | Saggio |
Lingua originale | inglese |
«Una rosa è una rosa e solo una rosa. Ma queste gambe di sedia sono gambe di sedia e sono anche san Michele e tutti gli angeli.»
Le porte della percezione (The Doors of Perception) è un saggio breve di Aldous Huxley del 1954 che tratta esperienze vissute tramite l'uso della mescalina, principio attivo del cacto Lophophora williamsii (ossia il peyote). Il testo è il frutto della collaborazione con lo psicologo Humphrey Osmond. L'opera è seguita nel 1956 dal saggio breve Paradiso e Inferno, che la continua. I due saggi sono pubblicati insieme nell'edizione italiana Mondadori.
Il libro prende forma dal ricordo di Huxley sotto assunzione di mescalina che ha avuto luogo nel corso di un pomeriggio del maggio 1953. Il titolo deriva da una frase del poema di William Blake "Il matrimonio del cielo e dell'inferno" del 1793. Huxley ricorda le percezioni che ha vissuto durante il trip che vanno dal "puramente estetico" a "visioni sacre"[2]. Egli comprende anche riflessioni successive all'esperienza farmacologica e il suo significato per l'arte e la religione.