Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti | |
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(NL) Open Vlaamse Liberalen en Democraten | |
Presidente | Tom Ongena |
Stato | Belgio |
Sede | Rue des Deux Églises, Bruxelles |
Abbreviazione | Open Vld |
Fondazione | 1992 |
Ideologia | Liberalismo[1] |
Collocazione | Centro / Centro-destra[2][3] |
Partito europeo | ALDE |
Gruppo parl. europeo | Renew Europe |
Affiliazione internazionale | Internazionale Liberale |
Seggi Camera | |
Seggi Senato | 3 / 60
(2024) |
Seggi Europarlamento | |
Organizzazione giovanile | Jong VLD |
Iscritti | 63 239 (2014) |
Colori | Blu |
Sito web | www.open-vld.be |
I Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (in olandese Open Vlaamse Liberalen en Democraten – Open VLD) sono un partito politico belga operativo nella comunità fiamminga costituitosi nel 1992 dalla trasformazione del Partito per la Libertà e il Progresso (Partij voor Vrijheid en Vooruitgang), nato nel 1972 dalla dissoluzione dell'omonimo partito unitario; inizialmente designato come Liberali e Democratici Fiamminghi (Vlaamse Liberalen en Democraten), è stato ridenominato nel 2007.
Alle elezioni del 1995, i VLD ottennero il 13,1% dei voti alla Camera ed il 21,2 al Senato, eleggendo 21 deputati e 6 senatori. Nelle elezioni successive il partito ha incrementato i propri consensi: Camera 14,3% (1999) - 15,4% (2003); Senato 24,6% (1999) - 24,7% (2003).
I VLD sono stati al governo dal 1999 e dal 2003 ed hanno formato un governo con socialisti (SP.a e PS), socio-liberali (SPIRIT) e liberali centristi (MR). Nelle Fiandre i VLD sono al governo con SP.a, Spirit e democratici cristiani (CD&V). Alle elezioni europee del 2004 i VLD si allearono con il partito Vivant, socio-liberale. I VLD, nonostante l'alleanza, ottennero lo stesso risultato delle elezioni precedenti, il 21,9% dei voti, ed elessero 3 deputati europei.
Alle elezioni politiche del 2007 il VLD si è presentato come Open-VLD. il cambio di nome, però, non ha contenuto l'emorragia di consensi. I liberali fiamminghi, infatti, sono passati dal 15,4% all'11,8%, calando da 25 a 18 seggi, perdendo il primato in Parlamento e divenendo il quinto partito per numero di deputati.