Per "lingua degli uccelli" si intende un linguaggio mistico, perfetto e divino, oppure un linguaggio magico-sapienziale o mitologico usato dagli uccelli per comunicare con gli iniziati. L'esistenza di questo linguaggio è ribadita nella mitologia, nella letteratura medievale e nell'occultismo. Si basa sull'assonanza sonora o analogica dei termini per camuffare i concetti più elevati, che restano così incomprensibili ai profani:[1] ad esempio si diceva «cristallo», che foneticamente sembra composto dai termini greci christos + als, cioè «sale di Cristo», per indicare il salnitro.[2]
Secondo la scienza moderna, il canto degli uccelli va considerato come un linguaggio non articolato ma rispondente a situazioni che si verificano nella propria sfera biotica che ne rendono possibile la decodificazione. Tali situazioni riguardano stati di pericolo, disagio, aggressività, richiesta di cibo, corteggiamento ecc. e possono essere paragonate a quelle che provocano il pianto nel bambino. Lo studio del canto degli uccelli rientra nell'ambito di una nuova scienza, la bioacustica musicale, che studia i fenomeni sonori in relazioni alle forme di vita del mondo animale.
In ogni caso il riferimento agli uccelli nell'ermetismo è più che altro simbolico, alludendo a un linguaggio «volatile», cioè spirituale e non grossolano.[3]