Livio Andronìco (in latino Livius Andronīcus; Taranto, 280 a.C. circa[1] – 200 a.C. circa) è stato un poeta, drammaturgo e attore teatrale greco.
Nelle fonti antiche è con frequenza indicato semplicemente con il praenomen Livio, che trasse, una volta divenuto liberto, dalla gens cui era entrato a far parte giunto a Roma; mantenne sempre, assumendolo come cognomen, il suo nome greco di Andrònico (pronunciato, alla latina, Andronìco); le fonti antiche attestano, inoltre, il nome di Lucio Livio Andronìco.[2][3]
Di nascita e cultura greca,[4] egli fece rappresentare a Roma nel 240 a.C. un dramma teatrale che è tradizionalmente considerato la prima opera letteraria scritta in lingua latina.[5] Compose in seguito numerose altre opere, probabilmente traducendole da Eschilo, Sofocle ed Euripide.[6] Con l'intento di avvicinare i giovani romani allo studio della letteratura, tradusse in versi saturni l'Odissea di Omero, adattandolo alla cultura romana.
Gli scarsi frammenti rimasti della sua opera permettono di rilevarne l'influenza dalla coeva letteratura ellenistica alessandrina, e una particolare predilezione per gli effetti di pathos e i preziosismi stilistici, successivamente codificati nella lingua letteraria latina.[7] Anche se la sua Odusia rimase a lungo in uso come testo scolastico,[8] la sua opera fu considerata in età classica come eccessivamente primitiva e di scarso valore, tanto da essere generalmente disprezzata.[9][10]
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