Lou Reed | |
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Lou Reed all'Hop Farm Music Festival il 2 luglio 2011 | |
Nazionalità | Stati Uniti |
Genere | Rock[1][2] |
Periodo di attività musicale | 1958 – 2013 |
Strumento | voce, chitarra, pianoforte, continuum, armonica a bocca |
Etichetta | MGM Records RCA Sire Records Arista Records |
Gruppi | The Velvet Underground |
Album pubblicati | 46 |
Studio | 20 |
Live | 10 |
Raccolte | 16 |
Sito ufficiale | |
Lewis Allan Reed, detto Lou (New York, 2 marzo 1942 – New York, 27 ottobre 2013), è stato un cantautore, chitarrista e poeta statunitense.
Artista crudo e ironico dei bassifondi metropolitani, dell'ambiguità umana, della dipendenza da sostanze stupefacenti ma anche della complessità delle relazioni di coppia e dello spleen esistenziale, Reed ha finito con l'incarnare lo stereotipo dell'Angelo del male, immagine con cui ha riempito i media per oltre tre decenni divenendo una delle figure più influenti della musica e del costume contemporanei.[3][4]
Con i Velvet Underground, fondati nella sua New York a metà anni sessanta insieme al musicista d'avanguardia John Cale, pur non riscuotendo alcun successo commerciale rivoluzionò i dettami della musica rock, gettando le basi per quell'estetica nichilista che anni dopo sarebbe stata ribattezzata Punk.[5][6] Dopo lo scioglimento del gruppo avviò una lunga e proficua carriera solista, segnata dall'album Transformer, prodotto da David Bowie, il concept album Berlin, il live Rock N Roll Animal e l'album-provocazione Metal Machine Music.[7]
La rivista Rolling Stone lo pone al 62º posto nella classifica dei 100 migliori cantanti di sempre e all'81° nell'elenco dei migliori chitarristi di tutti i tempi.
I suoi tratti caratteristici erano il look (giacca di pelle nera, jeans e Ray-Ban scuri), la sua voce apatica e apparentemente monocorde e il suo stile chitarristico abrasivo e dissonante.[8]