Lucio Vitellio il Vecchio | |
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Console imperiale romano | |
Nome originale | Lucius Vitellius Major |
Nascita | 10 a.C. Nuceria Alfaterna |
Morte | 51 d.C. |
Coniuge | Sextilia |
Figli | Aulo Vitellio Germanico Lucio Vitellio il Giovane |
Consolato | 34, 43, 47 |
Legatus Augusti pro praetore | 35 in Siria |
Lucio Vitellio, il Vecchio (Nuceria Alfaterna, 10 a.C. – 51), è stato un politico romano.
Nato nella città di Nuceria Alfaterna, era il più giovane dei quattro figli del questore Publio Vitellio il Vecchio. Suoi fratelli furono: Aulo Vitellio, consul suffectus nel luglio del 32; Quinto Vitellio, allontanato dal senato durante la "pulizia" di senatori operata da Tiberio[1]; Publio Vitellio il Giovane.
Sotto l'imperatore Tiberio, fu console nel 34 e governatore della Siria nel 35. Depose il prefetto della Giudea Ponzio Pilato nel 36. Sostenne l'imperatore Caligola, e fu uno dei preferiti della moglie dell'imperatore Claudio, l'imperatrice Valeria Messalina. Durante il regno di Claudio, fu due volte console, nel 43 e nel 47, e governò Roma mentre l'imperatore romano era assente per la conquista della Britannia. Intorno al 48 o al 49, nel tempo in cui Claudio sposò Agrippina Minore, Lucio Vitellio servì come censore.
Svetonio racconta che introdusse l'usanza di venerare l'imperatore come una divinità:
«Idem miri in adulando genii, prius C. Caesarem adorare ut deum instituit, cum reversus ex Syria non aliter adire ausus esset quam capite velato circumvertensque se, deinde procumbens.»
«Era anche dotato di un meraviglioso talento adulatorio e fu il primo ad introdurre l'usanza di adorare C. Cesare [Caligola] come un dio: infatti, ritornato dalla Siria fece mostra di non potersi avvicinare se non con il capo coperto da un velo, girandosi attorno e poi prosternandosi.»
Lucio sposò una donna romana di nome Sextilia, una donna proveniente da una distinta famiglia. Diede alla luce due figli, Aulo Vitellio Germanico, che fu imperatore nel 69, e Lucio Vitellio il Giovane.
Esercitò una grande influenza su Roma ed emerse per il suo carattere eccezionale, ma allo stesso tempo, era un senatore romano accusato di tradimento. Morì di paralisi nel 51. Lucio ricevette l'onore dei funerali di stato e una sua statua fu posta nei pressi dei rostri.