Luigi XIV di Francia

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Luigi XIV di Francia
detto "il Re Sole"
Hyacinthe Rigaud, Ritratto di Luigi XIV, olio su tela, 1700-1701 circa. Parigi, Museo del Louvre
Re di Francia e di Navarra
Stemma
Stemma
In carica14 maggio 1643 –
1º settembre 1715
(72 anni e 110 giorni)
IncoronazioneCattedrale di Reims, 7 giugno 1654
PredecessoreLuigi XIII
SuccessoreLuigi XV
Conte di Barcellona[1]
In carica14 maggio 1643 –
ottobre 1652
PredecessoreLuigi XIII di Francia
SuccessoreFilippo IV di Spagna
Nome completofrancese: Louis-Dieudonné de France
italiano: Luigi Deodato di Francia
TrattamentoSua Maestà
Altri titoliCoprincipe di Andorra (1643-1715)
Delfino di Francia (1638-1643)
NascitaCastello di Saint-Germain-en-Laye, 5 settembre 1638
MorteReggia di Versailles, 1º settembre 1715 (76 anni)
Luogo di sepolturaNecropoli reale della basilica di Saint-Denis
Casa realeBorbone di Francia
DinastiaCapetingi
PadreLuigi XIII di Francia
MadreAnna d'Austria
ConiugiMaria Teresa di Spagna
Françoise d'Aubigné, marchesa de Maintenon (morg.)
FigliLuigi
Anna Elisabetta
Maria Anna
Maria Teresa
Filippo Carlo
Luigi Francesco
vedi altri
ReligioneCattolicesimo
Firma

Luigi XIV di Borbone, detto il Re Sole (Le Roi Soleil) o Luigi il Grande (Saint-Germain-en-Laye, 5 settembre 1638Versailles, 1º settembre 1715), è stato un membro della casata dei Borbone nonché il 64º re di Francia e 44º di Navarra. Regnò per 72 anni e 110 giorni, dal 14 maggio 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla morte nel 1715, quando ne aveva quasi 77.

La concezione di governo che lo ispirava è perfettamente sintetizzata nella celebre frase: «L'État, c'est moi!» («Lo Stato sono io!»).

Per la sua durata il regno di Luigi XIV è al primo posto nella classifica dei regni più lunghi della storia seguito da Elisabetta II del Regno Unito.[2]. Nato a Saint-Germain-en-Laye, fu il primogenito di Luigi XIII e di Anna d'Austria. Il 10 marzo 1661, alla morte del cardinale Mazzarino, prese personalmente il potere segnando la fine delle grandi rivolte nobiliari, parlamentari, protestanti e contadine che avevano segnato i decenni precedenti. Luigi impose l'obbedienza a tutti gli ordini della popolazione e il controllo sulla religione, condannando il giansenismo nel 1660 e il protestantesimo, revocando l'Editto di Nantes, nel 1685. Durante il suo regno rafforzò l'influenza della Francia in Europa e nel mondo, combattendo tre grandi conflitti, ma oltre che militarmente la cultura francese fu sovrana in Europa durante il suo lungo regno. Fino alla morte fu convinto assertore di una monarchia di tipo assolutistico e della legittimità dei diritti divini del monarca.

Continuò inoltre l'opera dei suoi predecessori nel tentativo di creare uno Stato sempre più centralizzato governato direttamente dalla capitale: Parigi. Cercò di eliminare gli ultimi resti dell'antico feudalesimo medievale persistente in alcune parti della Francia con il trasferimento dal 1682 della corte intera alla reggia di Versailles, il grande palazzo da lui fatto realizzare in aperta campagna con il preciso scopo di controllare direttamente l'aristocrazia e costringerla a vivere lontana dalla vera politica che si dibatteva nella capitale. Con questi mezzi consolidò il sistema della monarchia assoluta in Francia, la cui supremazia perdurò sino alla rivoluzione francese.

Alla sua morte gli succedette il bisnipote di appena cinque anni, che assunse il nome di Luigi XV, dal momento che tutti gli eredi intermedi gli erano premorti: suo figlio Luigi, il Gran Delfino, il primogenito del delfino Luigi, duca di Borgogna e anche il figlio di questi, Luigi, duca di Bretagna (fratello maggiore di Luigi XV).


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