Luisa di Stolberg-Gedern | |
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La Contessa d'Albany nel dipinto di François-Xavier Fabre[1] (1793) | |
Contessa d'Albany Consorte del pretendente giacobita al trono d'Inghilterra, Scozia e Irlanda | |
Predecessore | Maria Clementina Sobieska |
Successore | Maria Teresa d'Austria-Este |
Nascita | Mons, Hainaut, Paesi Bassi austriaci (oggi Belgio), 20 settembre 1752 |
Morte | Firenze, Granducato di Toscana (oggi Italia), 29 gennaio 1824 |
Luogo di sepoltura | Basilica di Santa Croce, Firenze |
Padre | Principe Gustavo Adolfo di Stolberg-Gedern |
Madre | Principessa Elisabetta di Hornes |
Consorte | Carlo Edoardo Stuart |
Religione | Cattolicesimo |
«Un dolce foco negli occhi nerissimi accoppiato (che raro addiviene) a candidissima pelle e biondi capelli davano alla di lei bellezza un risalto, da cui difficile era di non rimanere colpito o conquisto.»
La principessa Luisa di Stolberg-Gedern, nome completo Louise Maximilienne Caroline Emmanuelle di Stolberg-Gedern (Mons, 20 settembre 1752 – Firenze, 29 gennaio 1824), più nota nella storia della letteratura con il titolo di contessa d'Albany, è stata un'intellettuale di origine tedesca attiva nei salotti romani, fiorentini e parigini. Fu moglie di Carlo Edoardo Stuart, conte d'Albany, pretendente giacobita al trono d'Inghilterra, dal 1772 al 1788, nonché amante e in seguito convivente di Vittorio Alfieri dal 1777 al 1803.
«Di quanti ha pregi la mia Donna eccelsi / (cui più il conoscer che il narrar mi è dato) / quello per cui da me stesso io svelsi / e il cor d’alta bontà si ben dotato. / Questa in mille virtù da prima io scelsi, / e più assai che beltade hammi allacciato: / questa dopo anni ed anni ancor riscelsi / per vera base al mio viver beato, / Non che i suoi brevi sdegni ella non senta; / Né che pur tarda ed impossibil sia: / Ma vie men sempre al perdonare è lenta. / Nel suo petto non entra invidia ria; / I benefizi al doppio ognor rammenta; / Le offese, in un coll’offensore oblia. Firenze, 18 agosto 1794. Compie quest’oggi il second’anno appunto / che agli schiavi cannibali assassini / io lei sottrassi; e diemmi Apollo il punto. V.A.»