Luogo (lingua dei segni italiana)

Voce principale: lingua dei segni italiana.

Con luogo si intende il punto dello spazio in cui i segni vengono articolati. È importante notare che non tutto lo spazio che circonda il segnante viene usato per la realizzazione dei segni ma l'area in cui essi sono eseguiti è relativamente circoscritta al fine di favorire la produzione e la comprensione dei segni. Quest' area è denominata spazio segnico e si estende da una spalla all'altra (in orizzontale) e dall'estremità del capo alla vita (in verticale). È interessante anche constatare come esso abbia subito una modificazione nel corso del tempo andando incontro ad una riduzione. Tenendo poi in considerazione l'importanza linguistica delle espressioni facciali, della posizione del capo e del tronco, i movimenti delle mani avvengono in modo tale da far percepire la contemporanea produzione delle componenti non manuali. Questo è infatti il motivo per cui sono rari i segni che si eseguono in prossimità o a contatto con la faccia e ancor di più lo sono quelli che coprono completamente il volto (es. Africa).[1]

Nella lingua dei segni italiana (LIS) sono stati individuati 16 luoghi di articolazione dei segni, 15 sono i luoghi sul corpo (parte superiore del capo, faccia, occhi, orecchie, naso, guancia, bocca, mento, collo, spalla, gomito, polso, mano non dominante, petto, tronco inferiore), mentre il sedicesimo è lo spazio neutro, cioè lo spazio antistante il corpo del segnante.[2] Esso designa un'area ampia e non definita rigidamente e il segno può essere prodotto di fronte al petto del segnante, alla sua destra, alla sua sinistra, in alto o più in basso. Dal punto di vista fonologico lo spazio è neutro poiché non possiede tratti distintivi; ciò significa che il senso di un segno non cambia se viene realizzato in un punto dello spazio piuttosto che in un altro. Invece, secondo un'ottica morfo-sintattica, l'articolazione del segno in un punto preciso dello spazio può essere dettata da esigenze di accordo con altri elementi o dalla necessità di intervenire morfologicamente sul segno come avviene ad esempio per la formazione del plurale, ottenuto mediante la ripetizione del segno in diversi punti dello spazio. Inoltre, per quanto riguarda i luoghi sul corpo, occorre precisare che le mani non devono obbligatoriamente essere a contatto con il corpo del segnante ma possono anche essere prossime ad esso.

Secondo gli studi della linguista Penny Boes-Braem, i luoghi, così come le configurazioni, verrebbero scelti in base alla semantica di un segno e quindi sarebbero dotati di tratti morfofonemici. In particolare, la selezione di un determinato luogo può avvenire per denotare azioni che si realizzano in quella parte del corpo (es. annusare, vedere), per indicare oggetti che solitamente sono posizionati in quell'area (es.orecchino, pipa) oppure per riferirsi a concetti che nell'immaginario culturale sono rappresentati come afferenti a quel luogo (es. pensare, amare). [3]

  1. ^ Maria Luisa Verdirosi, 2004.
  2. ^ Elena Radutzky, Dizionario bilingue elementare della Lingua dei Segni Italiana LIS, 2001.
  3. ^ Penny Boyes Braem, einführung in die gebärdensprache und ihre erforschung, 1995.

Developed by StudentB