Madonna Sistina | |
---|---|
Autore | Raffaello Sanzio |
Data | 1513-1514 circa |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 265×196 cm |
Ubicazione | Gemäldegalerie, Dresda |
La Madonna Sistina è il dipinto a olio su tela (265x196 cm) di Raffaello, databile al 1513-1514 circa e conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.
Il dipinto è considerato unanimemente uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale per numerose ragioni, prime fra tutte la complessità concettuale e simbolica nascosta dietro l'apparente semplicità dell'immagine e l'unione armonica fra l'ideale di bellezza greco-romana e il sentimento religioso cristiano[1].
I numerosi spostamenti subiti dall'opera fra Italia, Germania e Russia, testimoniano inoltre vari importanti eventi sociali e politici della storia dell'Europa, in particolare durante il XX secolo[2][3].
Infine, il dipinto è considerato cruciale per l'evoluzione dei legami fra arte, commercio e industria. La sua alienazione dalla sede sacra per cui era stato realizzato (il convento di San Sisto a Piacenza) e il trasporto nella galleria profana di Augusto III di Polonia ha infatti suscitato negli intellettuali del XVIII secolo una profonda riflessione sulla mutazione della funzione dell'opera, passata da immagine devozionale a manufatto estetico, generando di fatto la discrepanza che ha portato alla nascita dei concetti distinti, e fino a quel momento inesistenti, di "artigianato" (arti d'uso) e "belle arti" (arti da contemplazione)[1]. Inoltre, intorno al 1803 una riproduzione dei due cherubini nella parte bassa del dipinto, separata dal contesto, fu utilizzata per la prima volta come soggetto per stampe e riproduzioni su oggettistica e beni di consumo, dando de facto inizio al fenomeno commerciale del merchandising[4].
La Madonna Sistina è una delle due sole Madonne di Raffaello in cui Maria guarda direttamente negli occhi lo spettatore insieme alla successiva Madonna della seggiola[5].