Magia bianca

La magia bianca è un tipo di magia così denominata perché contrapposta a quella nera;[1] a differenza di quest'ultima essa è mossa in linea teorica da intenzioni benefiche, positive, o altruistiche, prefiggendosi obiettivi nobili come la realizzazione interiore, o il raggiungimento della verità e della luce spirituale, a cui allude il colore bianco.[2]

Alcuni alambicchi.

Il confine tra magia bianca e nera può tuttavia sfumare laddove questi poteri vengano perseguiti, anche in maniera inconsapevole, da un animo poco disinteressato,[2] in cui tendano a prevalere egoismo, orgoglio o titanismo.[3]

Storicamente nella magia bianca possono rientrare sia le forme cerimoniali della teurgia, finalizzate all'invocazione di potenze sovrumane salvifiche come angeli, divinità, spiriti elementali benevoli, sia la nozione di «magia naturale», la quale invece si propone di intervenire unicamente sui fenomeni della natura, attraverso lo studio delle sue leggi e gli strumenti tipici ad esempio dell'alchimia, relegando nella magia nera qualunque intervento che esuli da quest'ambito.

  1. ^ La distinzione tra magia bianca e magia nera, entrata nell'uso popolare, risalirebbe al Cinquecento, in ambito neoplatonico, per cercare di togliere alla magia «il discredito in cui era caduta», cfr. Francesco Piquè, Esposizione della magia dell'alchimia, dell'astrologia, della cabale, della fisionomia, della craniologia, della divinazione, del magnetismo, dello spiritismo, e quanto altro riguarda le scienze occulte e i segreti meravigliosi, pag. 8, Milano, F. Pagnoni, 1874.
  2. ^ a b Franz Hartmann, Magia bianca e nera, dalla quarta di copertina, Roma, Edizioni Mediterranee, 1983.
  3. ^ Il discrimine tra magia bianca e nera, cioè, consiste in definitiva nell'intenzione rispettivamente altruistica o egoistica con cui si utilizzano i poteri magici, cfr. Michel Mirabail, "Magia", in Dizionario di esoterismo, Milano, Red Edizioni, 2006, pp. 179-184, ISBN 88-7447-452-0.

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