Mancata difesa di Roma parte della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale | |
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10 settembre 1943: militari italiani si apprestano allo scontro con i tedeschi presso porta San Paolo. | |
Data | 8 settembre - 10 settembre 1943 |
Luogo | Roma |
Esito | Vittoria tedesca |
Schieramenti | |
Comandanti | |
Effettivi | |
Perdite | |
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La locuzione mancata difesa di Roma (concettualmente anche indicata come occupazione tedesca di Roma) si riferisce agli eventi accaduti nella capitale italiana e nell'area circostante, a partire dall'8 settembre 1943 e nei giorni immediatamente successivi, a seguito dell'armistizio di Cassibile e dell'immediata reazione militare delle forze tedesche della Wehrmacht schierate a sud e a nord della città, secondo le direttive operative stabilite da Adolf Hitler in caso di defezione italiana (Operazione Achse).[4][5]
A causa dell'assenza di un piano organico per la difesa della città e di una conduzione coordinata della resistenza militare all'occupazione tedesca, nonché della contemporanea fuga di Vittorio Emanuele III assieme alla corte, al capo del governo e ai vertici militari, la città fu velocemente conquistata dalle truppe della Germania nazista, cui si opposero vanamente e in modo disorganizzato le truppe del Regio Esercito e i civili, privi com'erano di ordini coerenti e di collegamenti, lasciando sul campo circa 1 000 caduti.
Da più parti si incolparono del rapido crollo delle forze italiane i vertici militari e politici, accusati di aver volontariamente omesso di disporre quanto necessario perché la città fosse adeguatamente difesa[6].