Mancata difesa di Roma

Mancata difesa di Roma
parte della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale
10 settembre 1943: militari italiani si apprestano allo scontro con i tedeschi presso porta San Paolo.
Data8 settembre - 10 settembre 1943
LuogoRoma
EsitoVittoria tedesca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
25.000 soldati e 135 mezzi corazzati[1]88.000 soldati e 381 mezzi corazzati[1]
Perdite
109 morti e 510 feriti[2]Oltre 1.000 morti, di cui 659 militari, 121 civili (51 donne) e circa 250 persone non identificate[3]
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La locuzione mancata difesa di Roma (concettualmente anche indicata come occupazione tedesca di Roma) si riferisce agli eventi accaduti nella capitale italiana e nell'area circostante, a partire dall'8 settembre 1943 e nei giorni immediatamente successivi, a seguito dell'armistizio di Cassibile e dell'immediata reazione militare delle forze tedesche della Wehrmacht schierate a sud e a nord della città, secondo le direttive operative stabilite da Adolf Hitler in caso di defezione italiana (Operazione Achse).[4][5]

A causa dell'assenza di un piano organico per la difesa della città e di una conduzione coordinata della resistenza militare all'occupazione tedesca, nonché della contemporanea fuga di Vittorio Emanuele III assieme alla corte, al capo del governo e ai vertici militari, la città fu velocemente conquistata dalle truppe della Germania nazista, cui si opposero vanamente e in modo disorganizzato le truppe del Regio Esercito e i civili, privi com'erano di ordini coerenti e di collegamenti, lasciando sul campo circa 1 000 caduti.

Da più parti si incolparono del rapido crollo delle forze italiane i vertici militari e politici, accusati di aver volontariamente omesso di disporre quanto necessario perché la città fosse adeguatamente difesa[6].

  1. ^ a b Pafi e Benvenuti 1985, p. 257.
  2. ^ B. Quarrie, German Airborne Divisions: the Medirerranean Theatre, pp. 35-36.
  3. ^ M. Patricelli, Settembre 1943, p. 131.
  4. ^ G. Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, p. 426.
  5. ^ R. De Felice, Mussolini l'alleato. La guerra civile, pp. 82 e 84.
  6. ^ Cfr. Ruggero Zangrandi,1943: 25 luglio - 8 settembre, Feltrinelli, Milano, 1964

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