Il maoismo (chiamato anche marxismo-leninismo-pensiero di Mao[1], stella rossa della Cina (中國紅星), o più comunemente usato, pensiero di Mao (毛澤東思想) è la dottrina politica e filosofica fondata sul pensiero e sulla strategia di carattere stalinista del leader cinese Mao Zedong. In Cina, però, il nome "maoismo" non viene usato: si preferisce la locuzione "pensiero di Mao Zedong"[1] (毛澤東思想T, 毛泽东思想S, Máo Zédōng sīxiǎngP), inteso come un adattamento del pensiero marxista-leninista alla specificità cinese.
Quando Mao era vivo, specialmente negli anni '60 e '70, con le grandi contestazioni studentesche, fu lanciata dalla Cina la direttiva di "costruire partiti autenticamente marxisti-leninisti". Quelli che sorsero furono partiti di modello maoista, che ne traevano cioè gli insegnamenti contro il revisionismo moderno (capeggiato, secondo i maoisti, dall'URSS dopo la presa del potere di Chruščëv), il capitalismo, il parlamentarismo e sulla necessità della rivoluzione proletaria. La maggior parte dei maoisti considera Stalin come l'ultimo vero leader socialista dell'Unione Sovietica, sebbene i giudizi varino da molto positivo a parzialmente negativo (lo stesso Mao affermò che Stalin era per il 30% negativo). Molti partiti maoisti si spaccarono nel 1978 e a seguire fra coloro che persistevano nei principi di Mao e chi invece condivise la critica al maoismo fatta da Enver Hoxha.
L'unico partito al potere che ebbe influenze maoiste fu il Partito Comunista di Kampuchea. Fra quelli non al potere, il Partito Comunista del Perù - Sendero Luminoso fu il primo a definirsi ufficialmente maoista e fu seguito da altri che promossero la guerra di popolo nel terzo mondo, fra cui i partiti comunisti dell'India, del Nepal e delle Filippine.
Il maoismo è la dottrina ufficiale del Partito Comunista Cinese anche se dal 1978, dopo le riforme di Deng Xiaoping, la definizione di maoismo è radicalmente cambiata: contrariamente all'epoca di Mao e Hua Guofeng (華國鋒), il maoismo è oggi considerato essenzialmente cinese.