Maria Carolina d'Asburgo-Lorena

Maria Carolina d'Asburgo-Lorena
Anton Raphael Mengs, ritratto di Maria Carolina d'Austria, 1768, Madrid, Museo del Prado.
Regina consorte di Napoli
Stemma
Stemma
In carica
PredecessoreMaria Amalia di Sassonia
SuccessoreJulie Clary
Regina consorte di Sicilia
In carica12 maggio 1768 –
8 settembre 1814
PredecessoreMaria Amalia di Sassonia
SuccessoreTitolo estinto
Nome completotedesco: Maria Karolina Luise Josepha Johanna Antonia von Habsburg-Lothringen
italiano: Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d'Asburgo-Lorena
TrattamentoSua Maestà
Altri titoliArciduchessa d'Austria
Principessa reale d'Ungheria, Boemia, Toscana, Croazia e Slavonia
NascitaHofburg, Vienna, 13 agosto 1752
MorteCastello di Hetzendorf, Vienna, 8 settembre 1814
Luogo di sepolturaCripta Imperiale
Casa realeAsburgo-Lorena per nascita
Borbone-Napoli per matrimonio
PadreFrancesco I di Lorena
MadreMaria Teresa d'Austria
ConsorteFerdinando IV di Napoli e III di Sicilia
FigliMaria Teresa
Luisa Maria
Carlo Tito
Francesco
Maria Cristina
Maria Amalia
Maria Antonia
Leopoldo
ReligioneCattolicesimo
Firma

Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Carolina d'Austria (Vienna, 13 agosto 1752Vienna, 8 settembre 1814), nata arciduchessa d'Austria, divenne regina consorte di Napoli e Sicilia come moglie di Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia.

Era la tredicesima dei figli dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria e dell'imperatore Francesco I. Per suggellare un'alleanza con i Borbone di Spagna, nel 1768 venne data in sposa al re Ferdinando IV di Napoli, figlio di Carlo III di Spagna. Dall'unione nacquero diciotto figli e, dopo la nascita del primo erede maschio nel 1775, in base ai termini del contratto nuziale, Maria Carolina ebbe accesso al consiglio privato della corona.

Intelligente e volitiva, riuscì a imporsi come figura di comando e de facto governò il Regno di Napoli. Maria Carolina promosse Napoli come centro culturale, patrocinando artisti, tra cui i pittori Jakob Philipp Hackert e Angelika Kauffmann, e accademici come Gaetano Filangieri, Domenico Cirillo e Giuseppe Maria Galanti, non restando indifferente al vivace dibattito illuminista.

La regina promosse numerose riforme, tra cui la revoca del divieto di associazione massonica (Maria Carolina fece parte di una loggia massonica di sole donne[1][2]) e l'ampliamento della marina militare, affidata al suo favorito John Acton, e riuscì a sganciare Napoli dall'influenza del regno spagnolo.

Tuttavia, durante la rivoluzione francese, Maria Carolina abbandonò per sempre la sua posizione di sostenitrice del dispotismo illuminato e si schierò invece tra i più strenui conservatori dopo l'esecuzione della regina di Francia Maria Antonietta, la prediletta tra le sue sorelle. Scandalizzata dal trattamento riservatole, la regina di Napoli sviluppò un forte sentimento antifrancese e si alleò con la Gran Bretagna e l'Austria contro la Francia durante le guerre rivoluzionarie francesi e napoleoniche.

Fuggì in Sicilia insieme al marito dopo l'invasione francese della parte continentale del regno, dove fu proclamata la Repubblica Napoletana nel gennaio del 1799. Sei mesi dopo, tornata sul trono, Maria Carolina fu tra i principali sostenitori delle sentenze di morte emesse contro i rivoluzionari, tra cui un gran numero di quegli intellettuali un tempo da lei sostenuti. Fu deposta nuovamente dalle forze napoleoniche nel 1806 e trascorse i suoi ultimi anni in esilio a Vienna, dove morì nel 1814, poco prima di poter assistere alla restaurazione dei Borbone sul trono delle Due Sicilie.

  1. ^ La massoneria napoletana nel '700
  2. ^ Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia, i Liberi Muratori italiani dalle origini alla Rivoluzione francese, Milano, Ed. Ghibli, 2013, p. 201, n.2.

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