«Penso al mio lavoro, come a un percorso circolare dove il cambiamento sia di volta in volta non un passato superato, ma la possibilità di una reinterpretazione futura. E la discontinuità non sia un’interruzione, ma una sospensione perché nella circolarità il presente può coniugarsi a elementi di ogni tempo. ‘Un tempo dilatato’ dove il mio lavoro si muove attraverso la fotografia dentro la storia dell’arte»
Mario Cresci (Chiavari, 26 febbraio 1942) è un fotografo italiano.
Uno dei pochi innovatori e sperimentatori italiani[2] che «ha indagato le potenzialità del linguaggio fotografico verificandole con le più aggiornate metodologie della ricerca artistica temporanea»[3] teorizzando ed applicando alle sue fotografie «la contaminazione tra le diverse discipline espressive: fotografia, disegno, pittura, performance, video, installazione»[4].