Massimiliano I di Baviera | |
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Joachim von Sandrart, Ritratto di Massimiliano I di Baviera, 1643, Kunsthistorisches Museum | |
Elettore di Baviera | |
In carica | 23 febbraio 1623 – 27 settembre 1651 |
Predecessore | Titolo creato |
Successore | Ferdinando Maria |
Duca di Baviera | |
In carica | 15 ottobre 1597 – 27 settembre 1651 |
Predecessore | Guglielmo V |
Successore | Ferdinando Maria |
Conte palatino del Reno | |
In carica | 23 febbraio 1623 – 24 ottobre 1648 |
Predecessore | Federico V |
Successore | Carlo I Luigi |
Nome completo | Massimiliano Giuseppe Leopoldo Ferdinando di Wittelsbach |
Nascita | Monaco di Baviera, 17 aprile 1573 |
Morte | Ingolstadt, 27 settembre 1651 (78 anni) |
Luogo di sepoltura | Chiesa di San Michele, Monaco di Baviera |
Casa reale | Wittelsbach |
Padre | Guglielmo V di Baviera |
Madre | Renata di Lorena |
Coniugi | Elisabetta di Lorena Maria Anna d'Asburgo |
Figli | Ferdinando Maria Massimiliano Filippo Girolamo |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
Massimiliano I di Baviera, elettore e duca di Baviera, soprannominato il Grande (Monaco di Baviera, 17 aprile 1573 – Ingolstadt, 27 settembre 1651), fu un principe elettore del Sacro Romano Impero della casata dei Wittelsbach di Baviera.
Il suo regno venne segnato dalla Guerra dei Trent'anni durante la quale ottenne per primo nella sua casata il titolo di principe elettore alla dieta di Ratisbona del 1623.
Massimiliano si dimostrò un sovrano capace il quale, rinunciando ai propri diritti feudali sulle proprie terre (Landstände), portò alla fondazione di una monarchia assoluta in Baviera. Devoto cattolico, fu uno dei campioni della controriforma e tra i principali fondatori della Lega Cattolica dei principi imperiali. Nella guerra dei trent'anni fu in grado di acquisire la regione dell'Alto Palatinato, come pure l'Elettorato Palatino affiliato alla dignità elettorale che possedeva in precedenza suo cugino, il "re d'inverno" Federico V. Nel 1648 la pace di Vestfalia confermò i suoi possedimenti e creò un nuovo titolo di elettore per lui, pur costringendolo a restituire l'Elettorato Palatino all'erede di Federico, il quale proseguì anche nell'utilizzo della propria qualifica di principe elettore.