San Massimo il Confessore | |
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Icona raffigurante il santo | |
Abate | |
Nascita | Costantinopoli, 580 circa |
Morte | Lazica, 13 agosto 662 |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 13 agosto e 21 gennaio (Chiesa ortodossa) |
Massimo il Confessore, o anche Confessore[1], (in greco antico: Μάξιμος ὁ ῾Ομολογητής?, Máximos ho Homologētḗs[2]; Costantinopoli, 580 circa[1] – Lazica, 13 agosto 662[3]) è stato un monaco cristiano e teologo bizantino, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Partecipò al Concilio lateranense che sancì la condanna del monotelismo, sostenuta dall'imperatore Eraclio.[3] È chiamato il Confessore perché i fautori del monotelismo, senza martirizzarlo, gli tagliarono la lingua e la mano destra con le quali egli aveva per parola e per iscritto difeso il dogma di Calcedonia, cioè la piena umanità di Cristo.[4]
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