Il matriarcato, dal latino mater (madre) e dal greco -άρχης, derivato di ἄρχω ("essere a capo", "comandare") è attualmente definito come un'organizzazione sociale dove "la madre, considerata unica nota tra i due genitori, avrebbe detenuto tutto il potere in rapporto sia alla prole sia alla proprietà dei beni"[1].
In genere, il matriarcato è visto come antonimo al concetto di patriarcato, in cui l'autorità è detenuta da un patriarca[2]. Tuttavia, le definizioni sono molto cambiate a seconda di modelli teorici diversi nel tempo.
Fino al XIX secolo, con "matriarcato" si è inteso parlare di ginecocrazia (in greco, "governo delle donne")[3][4], una forma di governo nella quale il potere politico-economico è demandato alla madre più anziana della comunità e, per estensione, a tutte le donne, mentre gli uomini invece sono sottomessi.
A partire dalla metà del XX secolo questa visione è stata abbandonata: infatti, secondo le ricerche antropologiche più recenti, il matriarcato inteso come ginecocrazia non esiste e non è mai esistito[3][5][6][7].
Gli antropologi attualmente preferiscono parlare di società matrilineari e matrilocali.