Trattandosi di uno dei pianeti più vicini alla Terra, Mercurio è stato spesso usato come ambientazione di racconti e romanzi fantascientifici, soprattutto negli anni quaranta e cinquanta, quando ancora si pensava che il pianeta volgesse sempre la stessa faccia al Sole. Tra i temi ricorrenti dei racconti su Mercurio vi sono i pericoli dell'esposizione alla radiazione solare e la possibilità di sfuggire alle eccessive radiazioni rimanendo all'interno del terminatore (il confine tra giorno e notte) che si sposta lentamente. Un altro dei temi ricorrenti è il governo autocratico, forse a causa dell'associazione tra Mercurio e il clima caldo-temperato.[1]
Le anomalie osservate nell'orbita del pianeta fecero ipotizzare a Urbain Le Verrier nel 1859 l'esistenza di un altro pianeta, Vulcano; si supponeva che l'orbita di questo misterioso pianeta si svolgesse completamente all'interno di quella di Mercurio. Vulcano fu visitato con l'immaginazione nel 1882, nel romanzo A Thousand Years Hence di Nunsowe Green.[2] Il termine è oggi più frequentemente associato al pianeta natale (situato in un altro sistema stellare) del sig. Spock, l'ufficiale scientifico di Star Trek. Il primo a dare una spiegazione corretta per le anomalie della precessione del perielio di Mercurio fu Albert Einstein[3] nel 1915.
Originariamente si credeva che Mercurio fosse in orbita sincrona con il Sole e che il pianeta volgesse sempre la stessa faccia alla stella, con estremi di caldo e freddo sullo stesso pianeta e presumibilmente una fascia abitabile tra i due. Questa visione di Mercurio fu spazzata via nel 1956, quando i radioastronomi scoprirono che Mercurio ruota tre volte ogni due rivoluzioni, esponendo tutta la sua superficie al sole.
Le opere di fantasia su Mercurio possono pertanto dividersi in due gruppi, quelle fino alla metà degli anni cinquanta che usano il "vecchio" Mercurio, con il suo lato buio e quello illuminato, e le storie che riflettono una conoscenza scientifica più aggiornata del pianeta.