Sultanato Merinide | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Sultanato Merinide |
Nome ufficiale | المرينيون |
Lingue ufficiali | arabo |
Lingue parlate | arabo, berbero |
Capitale | Fès |
Politica | |
Forma di Stato | Sultanato |
Forma di governo | Sultanato |
Nascita | 1240 con ʿAbd al-Ḥaqq I |
Fine | 1465 con Abū Muḥammad ʿAbd al-Ḥaqq II |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Algeria, Marocco, Mauritania, Tunisia, al-Andalus |
Economia | |
Valuta | Dīnār |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Islam sunnita, Ebraismo |
Religione di Stato | Islam sunnita |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Califfato Almohade |
Succeduto da | Sultanato Wattaside Dinastia zayyanide Dinastia hafside |
I Merinidi (in arabo مرينيون?, Marīniyyūn o in arabo بنو مرين?, Banū Marīn - 1248-1465) furono una dinastia berbera di religione musulmana sunnita appartenente al gruppo dei Banū Zanāta, che regnarono per due secoli su buona parte dell'attuale Marocco e che, per un breve periodo, imposero il proprio dominio su tutto il Maghreb e su parte della Spagna islamica tra il 1229 e il 1248
La tribù d'origine dei Merinidi originariamente era costituita da nomadi che vivevano nel nord del Sahara della regione dell'Ifriqiya (attuale Tunisia). La desertificazione progressiva della regione e l'arrivo della tribù araba Banu Hilal li spinsero verso la parte più occidentale del Maghreb, dove si stabilirono nel bacino dell'alto corso del fiume Mulūyā), tra le città di Figuig e Sigilmassa.[1]
I Merinidi prendono il nome dal loro antenato Marīn ibn Wartajān al-Zanātī.[2]
Dopo che, nel 1212, gli Almohadi nella Penisola iberica, furono sconfitti dall'unione degli eserciti castigliani, aragonesi-catalani, navarresi e portoghesi (non parteciparono alla battaglia solo le truppe del León), nella battaglia di Las Navas de Tolosa, dal 1215, i Merinidi iniziarono a combattere i loro correligionari per sostituirsi ad essi nel governo della parte occidentale del Maghreb, riuscendo nell'impresa in una quarantina d'anni. Il loro nuovo dominio si estendeva dal Mar Mediterraneo ai monti del Rif e dell'Atlante, all'Oceano Atlantico, con le città di Taza e Fès in posizione centrale. Nel 1269, posero fine alla dinastia almohade, con la presa di Marrakesh, ultimo loro baluardo.
Dal 1275, i Merinidi parteciparono attivamente alle lotte dei Nasridi del Sultanato di Granada contro gli attacchi dei regni cristiani della Penisola iberica. Nel XIV secolo tentarono anzi di estendere il loro dominio sulla penisola, riuscendo a riconquistare Gibilterra e una parte dell'Andalusia (1333), ma furono fermati all'assedio di Tarifa e con la sconfitta subita, assieme al loro alleato, il Sultano di Granada, Yūsuf I, al rio Salado (detta anche Battaglia di Tarifa), nel 1340, ad opera di truppe castigliane e portoghesi, dovettero abbandonare definitivamente la penisola iberica.
Nel 1358, alla morte del re merinide, Abū ʿInān Fāris, ucciso da uno dei suoi visir, iniziò la decadenza della dinastia: fatto che permise ai regni cristiani della penisola iberica di portare la guerra sul loro dominio, permettendo loro di installarsi in alcune località della costa. Contemporaneamente i loro visir accrescevano sempre più i loro poteri sino a che una famiglia di visir (i Banū Wattāṣ, o Wattasidi) esautorò definitivamente i Merinidi, sostituendosi a loro nell'esercizio del governo ed assumendo i pieni poteri sulle regioni dell'attuale Marocco.
Amanti della cultura e delle arti, i Merinidi svilupparono Fès, la loro capitale, come importante centro culturale di apprendimento, con la costruzione di palazzi, infrastrutture, fortificazioni, fontane, giardini e soprattutto edifici religiosi splendidamente decorati, costruirono arsenali e porti a Ceuta e a Salé. Contrariamente alle dinastie che li avevano preceduti (Almoravidi e Almohadi), i Merinidi non furono mossi da zelo religioso e il loro governo fu caratterizzato da una politica di tolleranza religiosa verso la minoranza ebraica, e verso i cristiani iberici, che spesso i sultani della dinastia utilizzarono come mercenari (Farfanes).[1] La produzione letteraria in epoca merinide è abbondante e varia, spaziando dalla poesia alla biografia, dall’agiografia alla filosofia e alla geografia, con Ibn Battuta e al-Abdari. Grande sviluppo ebbe la storiografia, con opere importanti come quelle di Ibn Idhari e Ibn Khaldun.[1]