I Messapi (greco: Μεσσάπιοι, Messápioi; latino: Messapii) erano una tribù iapigia che nell'antichità classica occupava il territorio corrispondente all'attuale Salento. Le altre due tribù Iapigie, i Peucezi e i Dauni, erano stanziate rispettivamente nel centro e nel nord della Puglia. Le tre tribù erano linguisticamente correlate da un comune idioma, il messapico, ma iniziarono a differire considerevolmente tra di loro sul piano culturale a seguito delle diverse influenze e stratificazioni etniche che si sovrapposero nella regione a partire dal VII secolo a.C.
Anticamente il territorio dei Messapi, tradizionalmente conosciuto come Messapia, si estendeva da Leuca a sud-est fino a Ceglie ed Egnazia a nord-ovest, ricoprendo gran parte della penisola salentina[1].
A partire dal terzo secolo a.C., gli scrittori greci e romani iniziarono però a distinguere le popolazioni indigene del Salento in modalità differenti. Secondo Strabone, i nomi Iapigi, Dauni, Peucezi e Messapi erano adoperati esclusivamente dai greci e non dai nativi, che invece dividevano il Salento in due parti. Il settore meridionale e ionico della penisola era territorio dei Salentinoi (Σαλεντῖνοι in greco, Sallentini in latino), che si estendeva da Otranto a Leuca e da Leuca a Manduria. La porzione settentrionale affacciata sull'Adriatico apparteneva invece ai Kalabroi (in greco Καλαβρούς, in latino Calabri), e andava da Otranto a Egnazia comprendendo l'entroterra[2]. Calabri e Salentini potrebbero esser stati due gruppi che si affiancavano ai Messapi[3] o due sottogruppi dei Messapi stessi.[4]
Con la riforma augustea delle regioni, le denominazioni Daunia e Peucezia indicanti rispettivamente il nord e il centro della Puglia spariscono in favore della più generica nomenclatura Apulia, mentre la Calabria (il Salento) continua ad avere una denominazione propria. L'archeologia continua a seguire l'originale tripartizione greca del territorio sulla base delle evidenze archeologiche[5].