Metodo sperimentale

L'esperimento con l'aquilone di Benjamin Franklin (1752) dimostrò la natura elettrica del fulmine

Il metodo sperimentale è un procedimento di formazione e controllo della conoscenza scientifica basato sullo svolgimento di esperimenti[1]. L'esperimento che definisce il metodo sperimentale è basato sull'osservazione, spesso ripetuta nel tempo, fatta in condizioni particolari, artificialmente create e particolarmente adatte a far cogliere allo sperimentatore un aspetto non evidente di ciò che è sottoposto a indagine.[2]

Il metodo sperimentale, inteso come specifica tecnica di indagine sulla realtà, consiste nella predisposizione e manipolazione intenzionale di variabili nel tentativo di derivare relazioni causali[3]. Esso si distingue dai metodi non-sperimentali perché introduce nel set up sperimentale una specifica manipolazione o trattamento allo scopo di misurarne gli effetti.

La diffusione e generalizzazione del metodo sperimentale sono comunemente individuate come la causa determinante della rivoluzione scientifica dell'età moderna.[4] A differenza della scienza naturale degli antichi, la scienza dei moderni sistematicamente manipola la natura per svolgere esperimenti.[5] Gli scienziati non si limitano, cioè, a raccogliere osservazioni empiriche per formulare enunciati osservativi da porre in una qualche relazione con le teorie, ma intervengono attivamente nel mondo, impiegando varie tecniche e procedure per raccogliere in modo accurato informazioni circa i fenomeni che essi sono interessati a conoscere.[6]

  1. ^ sperimentale, metodo in "Dizionario di filosofia", su treccani.it. URL consultato il 4 dicembre 2021.
  2. ^ Boncinelli 2018, 66/153.
  3. ^ Binns-Bell 2015, p. 919.
  4. ^ Wootton 2015, 297/847.
  5. ^ Gauch 2003, p. 48.
  6. ^ Stanley 2014, 10.6.

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