Mina navale

Mina navale della prima guerra mondiale
Mina navale della seconda guerra mondiale
Mina navale P200 della Regia Marina in uso nella Seconda guerra mondiale
Delfino addestrato allo sminamento della marina USA

La mina navale è un ordigno esplosivo di peso compreso fra i 150 e i 1000 kg, contenuto in un involucro a tenuta stagna generalmente metallico, usato per creare sbarramenti alle navi nemiche, lungo le rotte commerciali, gli ingressi dei porti o in particolari zone di mare d'importanza strategica.

La mina navale, al pari della sua omologa terrestre, è un'arma che, se opportunamente impiegata, ha un rapporto costo/efficacia senza uguali nel campo degli armamenti. Infatti, essa può mantenere la sua capacità distruttiva per anni o decenni, senza manutenzione, ed esplodere quando una nave ne sollecita i sensori di detonazione. A causa del loro basso costo e disponibilità le mine sono armi alla portata di qualunque governo e teoricamente anche di un gruppo terrorista.

La mina navale è un ordigno esplosivo tuttora largamente impiegato nella guerra marittima[senza fonte]. Schematicamente, essa consiste in un involucro ermetico (metallico o in materiale plastico) che contiene una certa quantità di esplosivo (da 50 a 150 kg) il tutto corredato dai sensori di attivazione/detonazione e collaudato per resistere a lunghi periodi di permanenza in mare. Di norma, le mine non vengono mai impiegate singolarmente, bensì in gruppi numerosi atti a costituire dei campi minati in zone critiche per la navigazione.

Le mine navali vengono piazzate da apposite navi e nell'ultima guerra comparvero tipologie di mine atte ad essere rilasciate dai sommergibile attraverso il portello dei siluri.


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