I movimenti liberali nell'islam sono sorti a partire dal XIX secolo, proponendo una pratica della religione basata sull'interpretazione (in arabo الإسلام الاجتهادي?). Alcuni autori, però, preferiscono considerare il progressismo e il liberismo islamici come promossi da due distinti principi e movimenti[1].
Quale che sia la realtà, entrambi hanno in comune una visione della religione che si fonda principalmente sull'ijtihad, ovvero su un'interpretazione autentica delle sacre Scritture.
I musulmani liberali, infatti, non necessariamente sono d'accordo con le interpretazioni tradizionali del Corano e degli ḥadīth e affermano di voler recuperare i principi che guidavano le prime comunità musulmane e il significato etico e pluralistico del testo sacro coranico.
Questo movimento riformista usa il monoteismo (tawhid) "come un principio organizzativo per la società umana e la base della conoscenza religiosa, della storia, della metafisica, dell'estetica e dell'etica, come pure dell'ordine sociale, economico e mondiale."[2]
Una delle ultime organizzazioni è "Muslims for Progressive Values"[3], associazione fondata da Ani Zonneveld nota soprattutto per il suo decalogo di principi. Altre realtà importanti sono l'"International Congress on Islamic Feminism"[4] e i "Musulman-es Progressistes de France"[5].
Molti appartenenti ai movimenti liberali nell'islam sostengono la democrazia (democrazia islamica, esistente nel sunnismo in Tunisia, Turchia, Pakistan, Bangladesh, Niger, Malaysia, Senegal, Mauritania, Indonesia, Bahrein, Giordania, Kuwait, Marocco, Kosovo, nello sciismo in Iraq e con altre confessioni islamiche o di altre religioni in Albania, Libano, Bosnia ed Erzegovina) come sistema di governo. Per il fatto di aver fatto ricorso a una consultazione in una shura, i movimenti liberali nell'islam sostengono che il califfato dei Rashidun fosse un precursore della democrazia islamica. Per questo sostengono che il segretario generale dell'Organizzazione della cooperazione islamica debba essere eletto, o almeno il segretario dell'Unione parlamentare degli Stati membri della OIC e che la sua sede sia spostata dall'Iran a uno stato effettivamente democratico come l'Indonesia o l'Iraq, per esempio.
Tra i movimenti islamici sunniti che hanno proposto linee interpretative del Corano vi sono oggi il movimento dei coranisti, dei movimenti liberali nell'islam e, per quanto poco noto, dai salafiti (vedi Riformismo islamico).