Movimento Sociale Italiano

Movimento Sociale Italiano
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale
Simbolo in uso dal 1947 al 1972
LeaderPino Romualdi
Giorgio Almirante
Augusto De Marsanich
Arturo Michelini
Pino Rauti
Gianfranco Fini
PresidenteJunio Valerio Borghese
(1951–1953)
Rodolfo Graziani
(1953–1954)
Augusto De Marsanich
(1954–1972)
Gino Birindelli
(1972–1974)
Alfredo Covelli
(1973–1977)
Pino Romualdi
(1977–1982)
Nino Tripodi
(1982–1988)
Giorgio Almirante
(1988)
Alfredo Pazzaglia
(1990–1994)
Cesco Giulio Baghino
(1990–1995)
SegretarioGiacinto Trevisonno
(1946–1947)
Giorgio Almirante
(1947–1950, 1969–1987)
Augusto De Marsanich
(1950–1954)
Arturo Michelini
(1954–1969)
Gianfranco Fini
(1987–1990, 1991-1995)
Pino Rauti
(1990–1991)
StatoItalia (bandiera) Italia
SedeVia Quattro Fontane 22, Roma
Via della Scrofa 39, Roma
AbbreviazioneMSI
poi dal 1972:
MSI-DN
Fondazione26 dicembre 1946
Dissoluzione27 gennaio 1995
Confluito in
IdeologiaNeofascismo[1][2][3]
Post-fascismo (dopo il 1993)[4]
Nazionalismo italiano[5]
Anticomunismo[5]
Conservatorismo nazionale[6]
CollocazioneEstrema destra[7][8][9][10]
Partito europeoMovimento Sociale Europeo (1951–1962)
Partito Nazionale d'Europa (1962–1966)
Eurodestra
(1978–1984)
Gruppo parl. europeoNon iscritti
(1979–1984)
Gruppo delle Destre Europee (1984–1989)
Non iscritti
(1989–1995)
Seggi massimi Camera
56 / 630
(1972)
Seggi massimi Senato
26 / 315
(1972)
Seggi massimi Europarlamento
5 / 81
(1984)
Seggi massimi Consigli regionali
41 / 720
(1985)
Testata
  • L'Ordine sociale (1948-1949)[11];
  • Lotta politica (1949-1955);
  • Il Popolo Italiano (1956-1957);
  • Secolo d'Italia (1963–1995)
Organizzazione giovanileScuole superiori
Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori (1947 - 1971)
Giovane Italia (1954-1971)
Fronte della Gioventù (1971–1995)
Università
FUAN (1950-1995)
Iscritti240 063 (1963)
202 715 (1993)
Colori     Nero
Bandiera del partito

Il Movimento Sociale Italiano (MSI), dopo il 1972 Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (MSI-DN), è stato un partito politico italiano, d'ispirazione neofascista[7][8][9][12], considerato l'erede del Partito Fascista Repubblicano fondato da Benito Mussolini.

Successivamente si è dichiarato post-fascista e ha assunto posizioni anti-globaliste[13] e legate all'idea corporativa[14], scettiche verso le nazionalizzazioni ma anche verso il libero mercato, come dimostrato in occasione dell'adesione dell'Italia al trattato di Maastricht[15] e delle privatizzazioni del Governo Amato[16].

Fondato il 26 dicembre 1946 da reduci della Repubblica Sociale Italiana come Giorgio Almirante, Pino Romualdi ed ex esponenti del regime fascista, dal 1947 ha come simbolo la fiamma tricolore, sovente identificata in quella che arde sulla tomba di Mussolini che sarebbe riconducibile al trapezio sottostante[17].

Tale riferimento apologetico venne contestato dal membro del MSI Cesco Giulio Baghino, il quale affermò che il trapezio sottostante sarebbe stato introdotto unicamente per trovare uno spazio grafico alla scritta, evidenziando come l'idea originale fosse unicamente legata alla fiamma[18].

Voluto «in opposizione al sistema democratico per mantenere viva l'idea del fascismo»[19] nell'Italia repubblicana, non condannandolo espressamente; allo stesso tempo e a differenza di altri movimenti neofascisti sottolineò ripetutamente di non aver alcuna intenzione di riportare in vita il vecchio regime, ormai fuori dal tempo.[20]

Tale atteggiamento trovò efficacia nella formula «Non rinnegare, non restaurare» coniata da Augusto De Marsanich, segretario dal 1950 al 1954 e presidente dal 1954 al 1972.[21]

La dizione "Destra Nazionale" risale all'unione con il Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica del 1972.[22]

A partire dalla fine degli anni 1970, sebbene rimanessero delle componenti interne ancora legate al fascismo e agli ambiti della destra radicale (come l'area intransigente rautiana), si verificò un mutamento di strategia e di sostanziale accettazione delle regole costituzionali e democratiche che avrebbe condotto alla svolta di Fiuggi[23].

Il 27 gennaio 1995 confluì in maggioranza in Alleanza Nazionale e in parte nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore.

La sigla MSI viene spesso letta mis e per indicare ciò che riguarda il partito si diffuse l'aggettivo "missino", usato in seguito anche per il MSFT[24].

  1. ^ (EN) Piero Ignazi, Fascists and neo-fascists, in Erik Jones, Gianfranco Pasquino (a cura di), The Oxford Handbook of Italian Politics, Oxford, Oxford University Press, 2015, p. 211, DOI:10.1093/oxfordhb/9780199669745.001.0001, ISBN 978-0-19-966974-5.
  2. ^ Marco Tarchi, Dal MSI ad An: organizzazione e strategie, Bologna, Il Mulino, 1997, p. 239.
  3. ^ (EN) Andrea Mammone, Transnational Neofascism in France and Italy, Cambridge, Cambridge University Press, 2015.
  4. ^ Lo strappo di Fini, il post-fascista, su la Repubblica, 12 dicembre 1993. URL consultato il 15 febbraio 2017 (archiviato il 15 febbraio 2017).
  5. ^ a b https://www.viqueria.com/alle-origini-del-movimento-sociale-italiano/
  6. ^ https://www.pandorarivista.it/articoli/il-polo-escluso-la-fiamma-che-non-si-spegne-da-almirante-a-meloni-di-piero-ignazi/
  7. ^ a b Piero Ignazi, L'estrema destra in Europa, Bologna, Il Mulino, 2000, p. 255.
  8. ^ a b (EN) Paul Hainsworth, The Extreme Right in Western Europe, Londra e New York, Routledge, 2008, p. 29, ISBN 978-0-415-17097-0.
  9. ^ a b (EN) Cas Mudde, The Ideology of the Extreme Right, Manchester, Manchester University Press, 2000, ISBN 0-7190-6446-5.
  10. ^ Klaud von Beyme, Right-wing Extremism in Western Europe Archiviato il 22 ottobre 2016 in Internet Archive., 1988, p. 32.
  11. ^ Congressi MSI, su dellarepubblica.it. URL consultato il 13 agosto 2020 (archiviato il 22 ottobre 2020).
  12. ^ Copia archiviata, su cambridge.org. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato il 30 aprile 2021).
  13. ^ Fini: "Il Msi è un modello ma l'idea di An fu condivisa da tutti". L'intervista, su Secolo d'Italia, 16 ottobre 2016. URL consultato il 5 giugno 2021.
  14. ^ Filippo Del Monte, 70 ANNI DI MSI IL MITO DELL'ALTERNATIVA AL SISTEMA, su CENTRO-DESTRA.IT, 26 dicembre 2016. URL consultato il 5 giugno 2021.
  15. ^ MOZIONE 1/00076 presentata da TREMAGLIA PIERANTONIO MIRKO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920917 / Atti di indirizzo e controllo / Documenti / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 5 giugno 2021.
  16. ^ INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12630 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONA, su dati.camera.it.
  17. ^ Assunta Almirante, donna della storia della destra italiana e memoria storica del Msi, su ilgiornaleditalia.it.
  18. ^ Ecco perché sulla fiamma di Fdi raccontano solo balle, su ilGiornale.it, 12 agosto 2022. URL consultato il 13 agosto 2022.
  19. ^ Piero Ignazi, Il polo escluso: profilo storico del Movimento sociale italiano, Bologna, Il Mulino, 1998, p. 412.
  20. ^ Arturo Michelini, Primo corso propagandisti del M.S.I., Società Editrice Fiamma, p. 11.
  21. ^ Piero Ignazi, Il polo escluso: profilo storico del Movimento sociale italiano, Bologna, Il Mulino, 1998, p. 440.
  22. ^ I 70 anni del MSI Archivi, su secoloditalia.it. URL consultato il 6 marzo 2018 (archiviato il 7 marzo 2018).
  23. ^ Gaetano Rasi, Storia del progetto politico alternativo dal MSI ad AN (1946-2009) - Vol.1, Solfanelli, 2015 (archiviato l'11 gennaio 2020).
  24. ^ missino, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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