Nādir Shāh | |
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Ritratto di Nādir Shāh in un dipinto d'epoca | |
Scià di Persia | |
In carica | 8 marzo 1736 – 19 giugno 1747 |
Incoronazione | 8 marzo 1736 |
Predecessore | ʿAbbās III |
Successore | ʿĀdil Shāh |
Nascita | Dastgerd[1], novembre 1688 o 6 agosto 1692[2] |
Morte | Quchan, 19 giugno 1747[3] |
Luogo di sepoltura | Mashhad |
Casa reale | Afsharidi |
Padre | Emām Qolī |
Consorte | Shāhbanu Alamiyan Razia Sultan Safavi |
Figli | Reza Qoli Mirza Afshar Morteżā Mīrzā Afshār (Nasrollāh Mīrzā) |
Religione | Nato musulmano sciita[4] formalmente di scuola ja'fari[5][6][7][8] di fatto ateo[8][9] |
Firma |
Nādir Shāh Afshār (in persiano نادر شاه افشار; anche conosciuto come Nāder Qolī Beg, trascritto da نادر قلی بیگ; o ancora Tahmāsp Qolī Khān, تهماسب قلی خان; Dastgerd, novembre 1688 o 6 agosto 1692 – Quchan, 19 giugno 1747) fu scià di Persia (1736–47) e fondatore della dinastia degli Afsharidi.
Dato il suo indiscusso genio militare, da alcuni storici è stato coniato il soprannome di "Napoleone di Persia" o di "Secondo Alessandro Magno". Nādir Shāh era un membro della tribù turca Ashfar del nord della Persia, la quale prestò servizio militare allo stato Safavide sin dai tempi dello scià Ismāʿīl I.
Nādir Shāh salì al potere durante un periodo di anarchia in Persia, dopo una rivolta degli Afghani Hotaki, i quali avevano rovesciato il debole scià persiano Sultan Husayn, e dopo che sia gli ottomani che i Russi avevano assoggettato parti del territorio safavide. Nādir riunì il regno persiano e cacciò gli invasori. Divenne così potente da decidere di deporre gli ultimi membri della dinastia, che avevano governato la Persia per oltre duecento anni, divenendo lui stesso Shah nel 1736. Le sue campagne crearono un grande impero che comprendeva circa i territori degli odierni Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan, parti delle regioni caucasiche, dell'Asia centrale, e dell'Oman, ma le sue spese militari ebbero effetti devastanti sulle casse della rinnovata potenza persiana.
Nādir Shāh idolatrò Gengis Khan e Tamerlano, che considerava suoi predecessori come conquistatori dell'Asia centrale. Imitò le loro prodezze militari e, specialmente verso la fine del suo regno, la loro crudeltà. Le sue vittorie lo resero per breve periodo il sovrano più potente di tutto il Medio Oriente, ma il suo impero si disintegrò rapidamente dopo la sua morte nel 1747. Nādir Shāh è stato descritto come "l'ultimo grande conquistatore asiatico". È considerato il restauratore del potere persiano, nell'area che si interponeva tra l'Impero ottomano e l'Impero Moghul.
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