Nirmatrelvir/ritonavir, venduti con il marchio Paxlovid, sono due farmaci confezionati insieme e impiegati per trattare il COVID-19.[1] Viene somministrato entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi in soggetti che, pur non necessitando di ossigeno supplementare, presentano un elevato rischio di sviluppo di forme gravi di COVID-19.[1][2] Si assumono per via orale.[2]
Gli effetti collaterali più comuni includono disturbi del gusto, diarrea, ipertensione e dolori muscolari.[2] Non ne è stata appurata la sicurezza in stato di gravidanza.[1] Il Paxlovid non è indicato per soggetti con gravi problemi a fegato o reni.[1] Presenta una serie di interazioni farmacologiche, tra cui il controllo ormonale della fertilità.[1][2] Contiene nirmatrelvir, un inibitore della proteasi principale SARS-CoV-2 e ritonavir, un inibitore del CYP3A.[2]
La loro combinazione è stata approvata per uso medico nel Regno Unito nel dicembre del 2021.[1] Nello stesso mese ha anche ricevuto l'autorizzazione all'uso in casi di emergenza negli Stati Uniti.[2] Nel 2021 il governo degli Stati Uniti ne ha acquistato 10 milioni di dosi a 530 USD ciascuna, da fornire gratuitamente agli americani.[3][4]
Dal 21 aprile 2024, anche i medici di medicina generale in Italia possono prescrivere Paxlovid per il trattamento precoce del COVID-19 nei pazienti a rischio di progressione verso forme gravi, previa valutazione delle possibili interazioni farmacologiche. Il farmaco può essere ritirato gratuitamente in farmacia con la ricetta medica.[5] Recenti studi hanno confermato l'efficacia del Paxlovid anche contro le più recenti varianti Omicron e tra pazienti vaccinati e non vaccinati.[6]