Con il termine nobilitas (che in latino indica la fama) si definisce la classe dirigente di Roma dai primi secoli della media e tarda repubblica romana e del principato, che si stabilì dopo la fine del conflitto degli ordini. Con nobilis (pl. nobiles) i Romani designavano un membro di questa aristocrazia, che aveva raggiunto la notorietà avendo ricoperto cariche nei pubblici uffici.
A differenza del patriziato, riservato a un numero limitato di famiglie "originarie", la nobiltà era un ceto sociale potenzialmente dinamico, anche se nel corso del tempo andò chiudendosi. I nobiles erano i discendenti diretti di un plebeo asceso al consolato.
Nella Roma antica, il termine nobilitas venne ad indicare i componenti più importanti dell'aristocrazia civica. La parola deriva dal latino nobilis, che letteralmente significa "notabile, conoscibile", ovverosia degno di fama, questo vale soprattutto per le famiglie illustri nella loro epoca. La nobilitas romana comprendeva non solo le famiglie patrizie, ma anche quelle plebee consolari, cioè discendenti da un console.
La nobilitas durante la Repubblica svolse un forte ruolo politico, che si indebolì notevolmente sotto l'impero. A partire dal IV secolo la funzione di questo ceto conobbe cambiamenti significativi.