Oasis

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Oasis
Liam (in primo piano) e Noel Gallagher in concerto nel 2005
Paese d'origineRegno Unito (bandiera) Regno Unito
GenereBritpop[1][2][3]
Indie rock[4][5][6][7]
Periodo di attività musicale1991 – 2009
2024 – in attività
Album pubblicati12
Studio7
Live2
Raccolte3
Logo ufficiale
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Sito ufficiale

Gli Oasis sono un gruppo rock[5] britannico formatosi a Manchester nel 1991, attivo fino al 2009 e poi di nuovo dal 2024.

Tra le band più note e di successo nella storia del rock e, in particolare, del Britpop, movimento di cui figurano tra i pionieri[8], gli Oasis sono il gruppo britannico di maggiore impatto dagli anni Novanta[8]. Hanno pubblicato in totale 11 album e si stima che abbiano venduto oltre 70 milioni di dischi[9], di cui 18 nel solo 1996[10]. Vantano 8 singoli piazzatisi al primo posto della classifica del Regno Unito, 22 singoli consecutivi entrati nella top 10 inglese e hanno raccolto 15 NME Awards, 6 Brit Awards, 9 Q Awards e 4 MTV Europe Music Awards[11]. Nell'agosto del 1996 tennero a Knebworth Park uno dei più grandi concerti all'aperto mai realizzati nel Regno Unito: l'evento fu seguito complessivamente da 250 000 spettatori (i biglietti andarono esauriti in 2 giorni), con una richiesta di tagliandi superiore a 2,6 milioni di persone, pari al 5% della popolazione britannica di allora[12].

Guidato dal chitarrista, cantante, compositore e autore Noel Gallagher e dal fratello Liam Gallagher, cantante, frontman e in seguito anche compositore e autore di alcuni brani, quello degli Oasis è uno dei gruppi che hanno avuto maggiore successo e influenza nella società britannica e nel mondo tra quelli nati negli anni novanta nell'ambito del movimento Britpop, fino ad assurgere a fenomeno di costume[13]. La loro musica, a metà tra il rock anni settanta e il rock and roll[14], al tempo stesso ruvida e melodica[15], ha saputo dare un nuovo significato al termine Britpop, mentre i loro continui litigi e il loro atteggiamento talvolta provocatorio e rude sono stati oggetto di un'attenzione crescente da parte dei media[16].

I fratelli Gallagher sono gli unici membri della formazione originaria che vi hanno fatto parte fino al 2009. Nel 1991 a Manchester si costituirono i Rain, composti da Liam Gallagher (voce), Paul Arthurs (chitarra), Paul McGuigan (basso) e Tony McCarroll (batteria). Poco dopo ai quattro si aggregò Noel (chitarra e seconda voce) e Liam suggerì il nuovo nome. Il gruppo conobbe la fama già con l'album di debutto, Definitely Maybe (1994) che, pubblicato dall'etichetta indipendente Creation Records, propose con forza la band come uno dei gruppi leader della scena indie rock. Con il nuovo batterista Alan White gli Oasis realizzarono il secondo album, (What's the Story) Morning Glory? (1995), che ha venduto 22 milioni di copie in tutto il mondo e che, a differenza dell'album di debutto, sfondò anche negli Stati Uniti. Da quel momento la popolarità del gruppo crebbe notevolmente, fino a far parlare di "Oasis mania"[17].

Il terzo album, Be Here Now (1997), divenne disco record per l'elevatissimo numero di copie vendute in un giorno[18]. Verso la fine del decennio la band visse un periodo di crisi. Due membri storici, Paul "Guigsy" McGuigan e Paul "Bonehead" Arthurs, furono avvicendati da Colin Murray "Gem" Archer e, più tardi, da Andrew "Andy" Piran Bell. Nel 1999 la band tornò in studio per registrare Standing on the Shoulder of Giants che, uscito nel febbraio 2000, presentava un sound più sperimentale e psichedelico[19]. Seguì l'album live Familiar to Millions, che conteneva la registrazione dei due grandi concerti tenuti nel luglio 2000 allo stadio di Wembley, a Londra. Nel 2002 gli Oasis tornarono al suono delle origini con Heathen Chemistry e rividero il successo. Nel 2005 uscì il sesto album, Don't Believe the Truth, registrato insieme al nuovo batterista Zak Starkey. Il disco registrò ottime vendite e riportò gli Oasis in classifica anche negli Stati Uniti, dopo due dischi passati piuttosto inosservati oltreoceano. Nel 2006 uscì Stop the Clocks, il primo best of degli Oasis, che ha venduto 3 milioni di copie nel mondo[20]. Nel 2008 fu pubblicato Dig Out Your Soul, settimo album in studio della band, seguito da un lungo tour mondiale, in cui alla batteria figurava Chris Sharrock.

Il 28 agosto 2009, a tre date dalla conclusione del tour, Noel Gallagher comunicò ufficialmente di aver lasciato la band[21], dopo aver abbandonato il palco del Rock en Seine a pochi minuti dall'esibizione, segnando così la fine del gruppo. I fratelli Gallagher intrapresero dunque carriere solistiche separate, Liam con i Beady Eye e poi come solista e Noel con i Noel Gallagher's High Flying Birds. Il 27 agosto 2024 il gruppo si è ricongiunto, annunciando un tour per il 2025.[22]

  1. ^ Scheda della band su Allmusic.com, su allmusic.com. URL consultato il 23 dicembre 2011 (archiviato il 17 ottobre 2010).
  2. ^ (EN) Paul Du Noyer, Music, Ted Smart, 2003, pp. 62-63.
  3. ^ Ondarock - Archivio: lettera "O", su ondarock.it. URL consultato il 2 novembre 2016 (archiviato il 4 novembre 2016).
  4. ^ Bonanni 2005, p. 27.
  5. ^ a b BBC, 7 Ages of Rock - Indie rock, 2007.
  6. ^ (EN) Alex Niven, Oasis' Definitely Maybe, Bloomsbury Academic, 2014, ISBN 978-1-62356-676-0.
  7. ^ BBC 4, Music For Misfits: The Story of Indie. Episode 3 - "Into The Mainstream", 16 ottobre 2015.
  8. ^ a b Aurelio Pasini, Brit rock - I moderni, Giunti, 2012, pp. 5, 6, 95, ISBN 978-88-09-74528-5.
  9. ^ (EN) Some might say Oasis are still world beaters after Slane gig, in Belfast Telegraph, 22 giugno 2009. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato il 14 aprile 2015).
  10. ^ (EN) Oasis perform charity gig, BBC News, 7 febbraio 2002. URL consultato il 10 ottobre 2009 (archiviato il 3 marzo 2014).
  11. ^ (EN) Oasis Interview: What's The Story?, su new.music.yahoo.com, news.music.yahoo.com, 6 ottobre 2008.
  12. ^ Documentario Oasis: Supersonic, diretto da Mat Whitecross, 2016
  13. ^ Oasis da record battono anche il disco mito dei Beatles, Corriere della Sera, 13 agosto 1996. URL consultato il 10 aprile 2009 (archiviato il 2 dicembre 2013).
  14. ^ I nipotini dei Beatles, Corriere della Sera, 29 marzo 1996. URL consultato il 10 aprile 2009 (archiviato il 30 agosto 2009).
  15. ^ Antonio Lodetti, Titoli di coda sul western dei «fratelli Oasis», in Il Giornale, 30 agosto 2009, p. 27.
  16. ^ (EN) Oasis Biography, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato il 6 maggio 2009).
  17. ^ Oasis, ecco i Beatles del Duemila, Corriere della Sera, 29 gennaio 1996 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  18. ^ Per il disco degli Oasis è già record in 24 ore, Corriere della Sera, 24 agosto 1997 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  19. ^ Standing On The Shoulder Of Giants, su nme.com, NME, 12 settembre 2005. URL consultato il 20 novembre 2018 (archiviato il 3 ottobre 2018).
  20. ^ (EN) Stop the Clocks, su amazon.com, Amazon. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato il 5 marzo 2016).
  21. ^ Noel Gallagher lascia gli Oasis, tgcom.it, 29 agosto 2009. URL consultato il 28 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2009).
  22. ^ La reunion degli Oasis è ufficiale, ecco tutte le date, 27 agosto 2024.

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