Obice (òbice od obizzo) | |
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Obice M198 da 155 mm, in Iraq durante la seconda guerra del Golfo. | |
Tipo | arma d'assedio |
Impiego | |
Utilizzatori | "tiro diretto" sui bersagli |
Descrizione | |
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L'obice (òbice o obizzo in forma più arcaica, dal tedesco Haubitze, a sua volta dal boemo houfnice «fionda») è un'arma da fuoco di artiglieria, impiegata prevalentemente per il tiro diretto sui bersagli. Originariamente l'obice viene pensato come pezzo d'artiglieria intermedio tra il cannone, con la sua traiettoria dritta, e il mortaio, con il suo tiro a parabola. A partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, gran parte dei pezzi d'artiglieria adottati dagli eserciti per l'attacco di bersagli terrestri è costituita da obici, i quali tuttavia hanno assimilato molte delle caratteristiche tipiche dei cannoni, come la grande lunghezza della canna e la maggiore velocità alla bocca.
La storia della nascita dell'obice come arma d'assedio è controversa. Tradizionalmente la sua invenzione è datata attorno al 1570 e attribuita al padovano Pio Enea I Obizzi (che secondo alcune fonti gli avrebbe anche dato il nome obice)[1], esponente di una importante e antica famiglia di cavalieri mercenari e collezionisti di armi e armature un tempo conservate al castello del Catajo. I documenti che descrivono la collezione citano la presenza del primo esemplare dell'obice. In realtà pare fosse già apparso più di un secolo prima durante le guerre hussite[2].