L'occupazione del Lussemburgo nella prima guerra mondiale ebbe inizio il 2 agosto 1914, quando truppe dell'Impero tedesco invasero il granducato del Lussemburgo nell'ambito degli eventi iniziali del fronte occidentale della prima guerra mondiale.
L'invasione fu decisa nell'ambito del cosiddetto piano Schlieffen, il piano strategico elaborato dall'alto comando tedesco per invadere la Francia aggirando le posizioni fortificate stabilite lungo la frontiera con la Germania; numericamente soverchiate dagli invasori, le forze lussemburghesi non opposero alcuna resistenza e il granducato fu rapidamente occupato senza colpo ferire. Poiché l'invasione era stata dettata da esigenze eminentemente militari, il regime di occupazione fu relativamente benevolo: le istituzioni statali lussemburghesi furono lasciate in piedi e poterono continuare a occuparsi delle questioni di politica interna con una certa autonomia, anche se l'economia del granducato fu assoggettata alle esigenze belliche della Germania e i diritti civili della popolazione furono ridotti.
L'occupazione perdurò per tutta la durata del conflitto, terminando solo con la resa della Germania l'11 novembre 1918: truppe francesi e statunitensi provvidero a liberare il suolo del granducato, che fu restaurato nella sua piena indipendenza dal trattato di Versailles.