Operazione Kita parte del teatro del sud-est asiatico della seconda guerra mondiale | |||
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La nave da battaglia Ise in navigazione nell'agosto 1943 | |||
Data | 10-20 febbraio 1945 | ||
Luogo | Acque del Mar Cinese Meridionale e del Mar Cinese Orientale | ||
Esito | vittoria giapponese | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Operazione Kita fu il nome in codice di un'operazione navale intrapresa dalla Marina imperiale giapponese nel febbraio 1945, nell'ambito dei più ampi scontri del teatro del sud-est asiatico della seconda guerra mondiale. Lo scopo dell'operazione era quello di far rientrare in Giappone dalla base di Singapore le due navi da battaglia della classe Ise lì dislocate; le navi furono inoltre caricate di prodotti petroliferi e altri materiali industriali pregiati da riportare in patria, visto che i continui attacchi dei sommergibili degli Alleati stavano ormai tranciando le linee di comunicazione marittime tra il Giappone e le sue fonti di materie prime nel Sud-est asiatico.
Con una piccola scorta, le due navi da battaglia Ise e Hyuga lasciarono Singapore il 10 febbraio. I movimenti dei giapponesi erano stati previsti dagli Alleati grazie alla rottura dei codici cifrati usati dai nipponici per proteggere le loro comunicazioni radio, e lungo la rotta prevista furono dislocati 26 sommergibili della United States Navy per portare attacchi alla formazione nemica; anche diversi velivoli da bombardamento dislocati nelle Filippine furono inviati ad attaccare le navi giapponesi. A dispetto di numerosi tentativi di attacco, le navi giapponesi riuscirono a svicolare tra le maglie dello schieramento nemico e a raggiungere sane e salve il porto di Kure in Giappone il 20 febbraio, portando felicemente a conclusione l'operazione[1].
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