L'ora legale[1][2] è la convenzione di spostare avanti di un'ora le lancette[3] degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l'irradiazione del sole durante il periodo estivo.[4]
Di converso, il termine ora solare si riferisce all'orario statale usato durante il periodo invernale, quando esso coincide con quello del meridiano del fuso orario di riferimento, chiamato anche «ora civile convenzionale». Si badi bene tuttavia come tale riferimento valga a livello nazionale, dato che invece l'ora locale sarebbe tecnicamente diversa in ogni punto del globo terrestre, in quanto riferita alla posizione della Terra rispetto al Sole.
In alcuni paesi l'ora solare è di fatto sospesa, e si adotta l'ora legale per tutto l'anno. In molti paesi si usa una terminologia più diretta per designare l'ora legale, ovvero «orario estivo». Una denominazione più precisa perché riferita allo scopo del cambiamento d'orario, quindi slegata dal riferimento alla stagione estiva, è quella di «orario di risparmio in luce diurna» (dall'inglese: daylight saving time, DST).
Nei paesi dell'Unione europea l'ora legale ha inizio l'ultima domenica di marzo e termina l'ultima domenica di ottobre. Anche il Liechtenstein, Andorra, Monaco, San Marino, Svizzera, Norvegia e Città del Vaticano seguono le stesse regole.
Un discorso separato va fatto per il Regno Unito che fino al 31 gennaio 2020 ha fatto parte dell'Unione europea, seguendone le regole anche in termini di adozione dell'ora legale. Segue ancora le stesse date e modalità, dovendo ancora sciogliere il nodo Irlanda del Nord in merito ad essa. La scelta di come procedere negli anni a seguire sarà certamente influenzata dalla decisione, comunque ancora da prendere, relativa all'abolizione dei cambi di orario nell'Unione europea.