Oracoli sibillini

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Una pagina degli Oracoli da un'edizione tedesca del 1900.

Gli Oracoli sibillini (latino: Oracula Sibyllina), talvolta detti Pseudo-sibillini, sono 12 libri[1] in greco di contenuto assai eterogeneo, scritti in esametri e contenenti varie profezie circa eventi storici futuri; prendono il nome dai Libri sibillini.

Generalmente catalogati tra gli apocrifi dell'Antico Testamento, sono suddivisibili in due parti in base al loro contenuto: giudaico-ellenistico quello più antico, giudaico-cristiano quello più recente. Il loro nucleo originario (libri 3-5) fu composto tra il II e il I secolo a.C., ed è da mettere probabilmente in relazione con le comunità della diaspora giudaica in Egitto; il testo originario fu poi rielaborato e ampliato in ambiente cristiano, tra il I e il VI secolo,[2] con evidente scopo apologetico.

Ebbero grande fortuna presso i Padri della Chiesa, tra cui pseudo-Giustino, Teofilo di Antiochia, Clemente Alessandrino, Lattanzio, Eusebio di Cesarea, Agostino d'Ippona e Ambrogio da Milano, che li ritennero oracoli autentici.

  1. ^ Numerati I-VIII e XI-XIV.
  2. ^ Rosso Ubigli, p. 390.

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