Ostsiedlung (Colonizzazione dell'Est) è il termine tedesco che indica la colonizzazione realizzata tra il XII ed il XV secolo dai popoli germanici verso l'Europa dell'Est. I tedeschi, partendo dalla moderna Germania occidentale e centrale, fondarono insediamenti nelle regioni meno popolate dell'Europa centro-orientale e orientale. Le aree interessate si estendevano all'incirca dalla Slovenia all'Estonia, e verso est in Transilvania. In parte l'Ostsiedlung seguì l'espansione territoriale del Sacro Romano Impero e dell'Ordine Teutonico.
ll fenomeno comportò il generarsi di conflitti etnici tra i coloni germanici appena arrivati e la popolazione locale, e ci sono anche testimonianze di espulsioni di nativi dalle loro terre.[1] In diverse aree interessate dalla Ostsiedlung, la popolazione pre-esistente venne in seguito discriminata ed esclusa dall'amministrazione.[2][3]
Infine, nel XX secolo la Ostsiedlung venne pesantemente sfruttata dai nazionalisti tedeschi, compresi i nazisti, per supportare le rivendicazioni territoriali della Germania e per dimostrare la presunta superiorità dei tedeschi etnici rispetto alle popolazioni non germaniche, i cui traguardi culturali, urbani e scientifici in quelle aree vennero sminuiti, negati o presentati come opera di tedeschi.[4][5][6]