P-800 Oniks

P-800 Oniks
SS-N-26 Strobile
Descrizione
Tipomissile cruise
supersonico
a lungo raggio
Impiegoantinave
Sistema di guidaradar attiva
CostruttoreRussia (bandiera) NPO Mashinostroyeniya
In servizio2002
Utilizzatore principaleRussia (bandiera) Russia
Altri utilizzatoriIndonesia (bandiera) Indonesia
Siria (bandiera) Siria
Altre variantiK-300 Bastion
Peso e dimensioni
Peso3.100 kg
Lunghezza8 m
Diametro0,72 m
Prestazioni
Gittata300 km
CEP
errore massimo
1,5 m
Tangenza14.000 m
VelocitàMach 2,1 (750 m/s)
Velocità massimaMach 2,5 (886 m/s)
Motorestatoreattore
Testata300 kg "convenzionale", 200 kg se termonucleare
notedati relativi alla versione:
P-800 Oniks
dati tratti da:
TASS Military & Defence[1]
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Il P-800 Oniks (in cirillico: П-800 Оникс, nome in codice Nato: SS-N-26 Strobile), noto come 3M55 Oniks o anche come Yakhont (in cirillico: Яхонт) nei mercati di esportazione, è un missile da crociera supersonico anti-nave sviluppato dall'NPO Mashinostroyeniya a partire dal 1982[2] per conto della marina sovietica e commissionato alla marina russa nel 2002.

Progettato per colpire raggruppamenti navali di superficie o singole navi in presenza di forti contromisure elettroniche, sostituisce il P-270 Moskit e, almeno in parte, il P-700 Granit. In grado di colpire anche obiettivi situati sulla terraferma, il P-800 è stato concepito sin dall'inizio come sistema d'arma universale: secondo i requisiti originari il missile doveva poter essere lanciato da molteplici piattaforme: sottomarini, navi di superficie e lanciatori costieri.[2]

I P-800 sostituiscono la maggior parte dei missili anti-nave di concezione sovietica ancora in servizio nella Marina russa, affiancandosi ai missili delle famiglie Kalibr, Kh-35 Uran e gli ipersonici Zircon.

L'Oniks è stato utilizzato come base per la realizzazione del missile supersonico russo-indiano BrahMos.[3]

  1. ^ https://tass.com/defense/1078018
  2. ^ a b Anti-ship missile Oniks to undergo upgrade, su TASS. URL consultato il 7 agosto 2020.
  3. ^ (EN) The Hans India, Brahmos Missiles, su thehansindia.com, 12 agosto 2015. URL consultato il 7 agosto 2020.

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