Pancho Villa | |
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Governatore del Chihuahua | |
Durata mandato | 8 dicembre 1913 – gennaio 1914 |
Predecessore | Salvador Mercado |
Successore | Manuel Chao |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Antirielezionista |
Professione | Militare, contadino |
Firma |
Pancho Villa o Francisco Villa, pseudonimo di José Doroteo Arango Arámbula (San Juan del Río, 5 giugno 1878 – Parral, 20 luglio 1923), è stato un rivoluzionario, generale e politico messicano, eroe popolare della rivoluzione messicana del 1910.
Villa era un proprietario terriero e militare (caudillo) del Chihuahua, Stato del Messico settentrionale, di cui fu anche governatore provvisorio tra il 1913 ed il 1914 ed aveva un passato da fuorilegge. Quando nel 1910 iniziò la rivolta generale contro il presidente Porfirio Díaz, divenne in breve tempo il comandante della División del Norte (Divisione del Nord) dell'esercito rivoluzionario comandato da Francisco Madero, facendosi subito notare per le sue incredibili capacità militari. Ottenne diverse decisive vittorie, come la battaglia di Zacatecas, che portarono alla destituzione di Victoriano Huerta dalla presidenza nel luglio del 1914. Egli poi combatté contro il suo ex leader nella coalizione contro Huerta, il "Primo Capo" dei costituzionalisti Venustiano Carranza, e per l'occasione si alleò con Emiliano Zapata, che aveva il suo centro di potere nel Morelos, a causa delle simili ragioni di lotta del Villismo e dello Zapatismo. I due generali rivoluzionari si unirono brevemente per prendere Città del Messico dopo che le forze di Carranza si erano ritirate dalla città. In seguito Villa ingaggiò con la sua División del Norte diverse battaglie campali contro le forze di Carranza comandate dal generale Álvaro Obregón e risultò pesantemente sconfitto nella battaglia di Celaya del 1915 e, di nuovo, contro Plutarco Elías Calles nella seconda battaglia di Agua Prieta il 1º novembre 1915, dopo la quale il suo esercito entrò in un rapido declino.
Il generale successivamente condusse un'incursione contro la piccola città di confine di Columbus in Nuovo Messico, Stati Uniti d'America, il 9 marzo 1916. In risposta il governo degli Stati Uniti inviò il generale dell'esercito John Pershing in una spedizione per catturarlo, ma il generale messicano continuò a sfuggire agli statunitensi. La spedizione terminò quando gli Stati Uniti entrarono nella prima guerra mondiale nel 1917 e Pershing fu richiamato in patria per adempiere ad altri doveri.
Villa a quel punto riprese la sua guerra contro il governo di Carranza ma nel 1920 fece un accordo con il nuovo governo messicano presieduto da Adolfo de la Huerta per ritirarsi senza ritorsioni e gli fu concessa una hacienda vicino a Parral nello Stato di Chihuahua, che trasformò in una "colonia militare" per i suoi ex soldati. Nel 1923, mentre si avvicinavano le elezioni presidenziali, Villa tornò in politica. Poco dopo però fu assassinato, molto probabilmente per ordine di Álvaro Obregón, diventato presidente.
Nella sua vita, Villa si costruì un'immagine di eroe rivoluzionario e come tale fu conosciuto all'estero. Il generale concesse numerose interviste a giornalisti stranieri, in particolare a John Reed, testimone della Rivoluzione d'ottobre. Dopo la sua morte fu escluso dal pantheon degli eroi rivoluzionari messicani per ordine dei generali della "Dinastia Sonora", Obregón e Calles. L'esclusione di Villa dalla narrativa ufficiale della Rivoluzione contribuì ad alimentare il suo mito. Poderose biografie e decine di film, hollywoodiani e non, hanno messo in luce numerosi aspetti della sua personalità, descrivendolo come un idealista, umano al di là della sua dimensione eroica e apparentemente interessato al miglioramento delle condizioni di vita dei ceti più poveri.
Villa disse di sé in una autobiografia e nelle interviste a Jack London ed a John Reed: "La mia vita è stata una tragedia".