Leone | |
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Un leone (sopra) e una leonessa (sotto), nell'Okonjima, in Namibia. | |
Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Sottordine | Feliformia |
Famiglia | Felidae |
Sottofamiglia | Pantherinae |
Genere | Panthera |
Specie | P. leo[2] |
Nomenclatura binomiale | |
Panthera leo[2] (Linnaeus, 1758)[3] | |
Areale | |
Il leone (Panthera leo Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. Dopo la tigre, quest’ultima con lunghezza e peso superiori ma con un’altezza al garrese inferiore, è il più grande dei cinque grandi felidi del genere Panthera, con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250 kg[4]. Il suo areale è, al 2011, ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale e il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile, secondo la IUCN. La definizione è giustificata da un declino stimato tra il 30 e il 50% nella zona africana nei vent'anni precedenti[1].
Una popolazione di dimensioni assai ridotte sopravvive nel Gir Forest Wildlife Sanctuary in India, mentre gli esemplari che abitavano il Nordafrica e il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. Sino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo. A quei tempi si trovavano leoni in gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, nonché, con la varietà Panthera leo atrox, anche nelle Americhe, dallo Yukon al Perù[5].
In virtù delle dimensioni e delle abitudini, questo felino non può essere allevato al di fuori di aree protette e parchi naturali o zoologici. Celebre è l'esempio della leonessa Elsa, restituita all'habitat naturale dopo avere vissuto per alcuni anni con i coniugi Adamson. Sebbene le cause del declino dei leoni non siano certe, il degrado dell'habitat e i conflitti con l'uomo ne sembrano le cause predominanti.
Conosciuto come il "re della savana" o il "re degli animali"[6], in natura un leone sopravvive da dieci a quindici anni, mentre in cattività può arrivare a venti. I maschi, in particolare, non superano spesso i dieci anni d'età in natura, in seguito agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco[7].
Tipicamente i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. Un branco è formato generalmente da un maschio alfa (affiancato a volte da alcuni compagni, specialmente fratelli e/o cugini), un gruppo di femmine imparentate tra loro, con cui questo si accoppia e la loro prole. I cuccioli maschi restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte dell'alfa, ossia il padre. I giovani maschi, una volta allontanati dal vecchio branco, restano insieme, formando un piccolo branco di soli maschi (fratelli/cugini) o facendo squadra con altri nomadi non imparentati con loro e cercheranno di formare proprie famiglie, in genere scacciando un altro maschio alfa (e la sua coalizione) e prendendo così il controllo del suo branco. Le femmine tipicamente cacciano insieme per il gruppo, principalmente ungulati, mentre i maschi, una volta impadronitisi di un branco si nutrono delle prede uccise dalle femmine e solo di rado cacciano essi stessi, sebbene siano perfettamente in grado di farlo. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori naturali e potendo potenzialmente cibarsi di qualsiasi specie. I leoni non cacciano l'uomo con regolarità, ma alcuni esemplari particolari lo hanno fatto.
Il maschio di leone, assai facile da distinguere, ha una criniera caratteristica e la sua immagine è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. Le prime rappresentazioni furono fatte nel Paleolitico superiore e troviamo leoni scolpiti o dipinti nelle grotte di Lascaux e nella grotta Chauvet. Essi appaiono nella cultura di praticamente ogni civiltà antica che vi abbia avuto a che fare. Li troviamo, inoltre, in un'enorme quantità di sculture, dipinti, bandiere nazionali e regionali, film e libri contemporanei. Furono tenuti in ménagerie fin dai tempi dell'Impero romano e sono stati la chiave delle esibizioni degli zoo di tutto il mondo a partire dal XVIII secolo. Diversi zoo mondiali stanno collaborando per salvare la sottospecie asiatica.
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore IUCN
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Linn1758
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore nowakp
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Harington69