Viene considerato il fondatore dell'ontologia, con cui ha influenzato l'intera storia della filosofia occidentale.[4] Secondo una tesi accreditata fu il filosofo dell'essere statico e immutabile, in contrasto col divenire di Eraclito,[5] secondo il quale viceversa «tutto scorre», anche se, ad una lettura più attenta, i due presentano diversi aspetti in comune. [6]
^Secondo la cronologia di Apollodoro di Atene che colloca la sua ἀκμή (l'acmé, il quarantesimo anno dell'età, ritenuto dai dossografi antichi il punto più alto della vita e dell'attività filosofica) nella XLIX olimpiade, datata al 504-1 a.C. (Diogene Laerzio, IX, 23).
^Dopo che nel 1962 fu scoperta in uno scavo a Velia un'erma acefala con l'iscrizione Πα[ρ]μενείδης Πύρητος Οόλιάδης φυσικός (Parmenide figlio di Pirete medico degli Uliadai), dove Parmenide veniva cioè indicato come capo della scuola medica eleata degli Ούλιάδαι, si ritrovò in seguito la testa-ritratto con barba qui raffigurata, con la base del collo adattata ad essere sovrapposta in un'erma del tipo di quella precedentemente ritrovata con l'iscrizione citata. Altri ritengono invece che questa scultura riproduca il busto del filosofo epicureo Metrodoro di Lampsaco (M. G. Picozzi, Parmenide, Enciclopedia dell'arte antica Treccani).
^ John Palmer, Parmenides, in Stanford Encyclopedia of Philosophy.