L'origine di tali sostanze può essere naturale o associata all'attività umana.[7] Il particolato può trovarsi sia in luoghi aperti sia in luoghi chiusi, ma generalmente la sua concentrazione è maggiore nei luoghi chiusi (ad esempio nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro) e in aree urbane e industriali, o dove in generale si svolgono attività umane più o meno "inquinanti".
Il particolato è pericoloso per la salute umana e di altri esseri viventi. In particolare, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) e l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno classificato il particolato come cancerogeno, ovvero in grado di causare tumori o favorirne l'insorgenza e la propagazione.[8] Diversi studi indicherebbero un ruolo dell'inquinamento atmosferico nella diffusione e nella persistenza dei virus in sospensione nell'atmosfera dimostrata nel 2002 in occasione dell'infezione di SARS in Cina e 2012 in occasione dell'infezione di MERS in Arabia Saudita.[9][10] È stato inoltre definito come la forma più pericolosa di inquinamento atmosferico,[11] a causa della sua capacità di penetrare nei polmoni e cervello dal sangue, causando quindi malattie cardiache, malattie respiratorie, e morte prematura.[12] In particolare, risulta essere la sesta causa di morte prematura nel mondo.[13]
Il particolato può inoltre avere un impatto negativo sul clima e sulle precipitazioni.
Nelle ipotesi sulle cause dell'estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene, un considerevole aumento del particolato atmosferico (come conseguenza di eruzioni vulcaniche o dell'impatto di un asteroide) è spesso indicato tra le cause che hanno determinato tale estinzione.