Partito Nazionale Fascista

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Partito Nazionale Fascista
LeaderBenito Mussolini
SegretarioMichele Bianchi
Francesco Giunta
Roberto Forges Davanzati
Cesare Rossi
Giovanni Marinelli
Alessandro Melchiori
Roberto Farinacci
Augusto Turati
Giovanni Giuriati
Achille Starace
Ettore Muti
Adelchi Serena
Aldo Vidussoni
Carlo Scorza
StatoItalia (bandiera) Italia
SedeVia della Lungara 230, Villa Farnesina, Roma
AbbreviazionePNF
Fondazione9 novembre 1921
Derivato daFasci italiani di combattimento
Dissoluzione2 agosto 1943
Confluito inPartito Fascista Repubblicano
IdeologiaFascismo[1][2]
Nazionalismo italiano[3]
Nazionalismo rivoluzionario[4][5]
Militarismo[2]
Conservatorismo nazionale[6][7][8]
Corporativismo[9][10]
[11][12][13]
Imperialismo[2]
Populismo[14][15]
Terza posizione[16][17][18]
Socialismo nazionale[19]
Monarchismo[20]
Autarchia[21] (dal 1936)[22]
Antisemitismo[23] (dal 1938)
CollocazioneEstrema destra[24]
CoalizioneBlocchi Nazionali (1921)
Lista Nazionale (1924)
Affiliazione internazionaleComitati d'Azione per l'Universalità di Roma
(1933–1939)
Seggi massimi Camera dei deputati
400 / 400
(1929)
TestataIl Popolo d'Italia
(1921–1943)
Organizzazione giovanileAvanguardia giovanile fascista (1921–1926)
Opera nazionale balilla (1926–1937)
Gioventù italiana del littorio (1937–1943)
Iscritti6 000 000 (1939)
Colori     Nero
Slogan«Credere, obbedire, combattere»
Bandiera del partito

Il Partito Nazionale Fascista (PNF) è stato un partito politico italiano, espressione del movimento fascista. Nato nel novembre 1921 dalla trasformazione in partito del movimento Fasci italiani di combattimento, guidò la cosiddetta marcia su Roma che nell'autunno del 1922 portò Benito Mussolini a divenire presidente del Consiglio dei ministri. Nel 1923 si fuse con l'Associazione Nazionalista Italiana e tra la metà e la fine degli anni 1920 diventò, prima de facto e poi de iure, il partito unico del Regno d'Italia fino alla caduta del regime fascista, avvenuta il 25 luglio del 1943.

L'organo ufficioso del partito era Il Popolo d'Italia, quotidiano fondato da Mussolini nel 1914.[25] L'inno era Giovinezza, nella versione di Salvator Gotta del 1925, qualificato come Inno trionfale del Partito Nazionale Fascista. La legge 20 giugno 1952, n. 645 (detta «legge Scelba»), in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana, ne vieta la ricostituzione.[26]

  1. ^ Mussolini e Gentile.
  2. ^ a b c Payne.
  3. ^ (EN) Roger Griffin, Nationalism, in Cyprian Blamires (a cura di), World Fascism: A Historical Encyclopedia, vol. 2, Santa Barbara, California, ABC-CLIO, 2006, pp. 451–453.
  4. ^ (EN) Roger Griffin, «How fascist was Mussolini?», New Perspective, vol. 6, no. 1, September 2000, pp. 31–35.
  5. ^ (EN) Aristotle A. Kallis, «Perversions of Nationalism», in Guntram H. Herb, David H. Kaplan (a cura di), Nations and Nationalism: A Global Historical Overview, Santa Barbara, Califoria, ABC-CLIO, 2008, p. 515.
  6. ^ Payne, p. 106.
  7. ^ Roger Griffin, "Nationalism" in Cyprian Blamires, ed., World Fascism: A Historical Encyclopedia, vol. 2 (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, 2006), pp. 451–53.
  8. ^ Riley, Dylan, The Civic Foundations of Fascism in Europe: Italy, Spain, and Romania, 1870–1945, Johns Hopkins University Press, 2010, p. 42, ISBN 978-0-8018-9427-5.
  9. ^ (EN) Robert Millward. Private and Public Enterprise in Europe: Energy, Telecommunications and Transport, 1830–1990. Cambridge, Inghilterra: Cambridge University Press, 2005, p. 178.
  10. ^ (EN) Cyprian Blamires, World Fascism: A Historical Encyclopedia, Volume 1, Santa Barbara, California: ABC-CLIO, 2006, p. 535.
  11. ^ Mark Antliff. Avant-Garde Fascism: The Mobilization of Myth, Art, and Culture in France, 1909–1939. Duke University Press, 2007. p. 171.
  12. ^ Walter Laqueur, Fascism: A Reader's Guide : Analyses, Interpretations, Bibliography, U of California Press, 1978, p. 341, ISBN 978-0-520-03642-0.
  13. ^ Maria Sop Quine. Population Politics in Twentieth Century Europe: Fascist Dictatorships and Liberal Democracies. Routledge, 1995. pp. 46–47.
  14. ^ Nicolas Lewkowicz, The United States, the Soviet Union and the Geopolitical Implications of the Origins of the Cold War, Anthem Press, 2018, p. 42.
  15. ^ Roger Griffin, Fascism Past and Present, West and East, Columbia University Press, 2006, p. 47.
  16. ^ (EN) Denis Mack Smith, Modern Italy: A Political History, University of Michigan Press, 1979, pp. 284, 297.
  17. ^ (EN) Denis Mack Smith, Mussolini, New York: Vintage Books, 1983, p. 38.
  18. ^ Payne, p. 99.
  19. ^ Arrigo Petacco, Il comunista in camicia nera: Nicola Bombacci tra Lenin e Mussolini, Milano, Mondadori, 1997.
  20. ^ Indro Montanelli, Mario Cervi, L'Italia in Camicia nera, Rizzoli, 1976, p. 113.
  21. ^ (EN) Alexander J. De Grand, Italian Fascism: Its Origins and Development, ed. 3, Lincoln, Nebraska: University of Nebraska Press, 2000, pp. 31–33.
  22. ^ Il regime fascista intraprese la via autarchica come reazione alle sanzioni economiche all'Italia. In precedenza, il fascismo aveva sostenuto il liberismo (dal 1922 al 1927, con il ministro fascista di idee liberiste Alberto de' Stefani) e in seguito un maggior protezionismo
  23. ^ Gianni Oliva, L'ombra nera. Le stragi nazifasciste che non ricordiamo più, Mondadori, Collana: Le scie, 2007.
  24. ^ Francesco Raniolo, I partiti politici, Roma, Editori Laterza, 2013, pp. 116–117.
  25. ^ Popolo d’Italia, Il, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  26. ^ LEGGE 20 giugno 1952, n. 645 - Normattiva, su www.normattiva.it. URL consultato il 12 agosto 2022.

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