Il Partito Nazionale Fascista (PNF) è stato un partito politico italiano, espressione del movimento fascista. Nato nel novembre 1921 dalla trasformazione in partito del movimento Fasci italiani di combattimento, guidò la cosiddetta marcia su Roma che nell'autunno del 1922 portò Benito Mussolini a divenire presidente del Consiglio dei ministri. Nel 1923 si fuse con l'Associazione Nazionalista Italiana e tra la metà e la fine degli anni 1920 diventò, prima de facto e poi de iure, il partito unico del Regno d'Italia fino alla caduta del regime fascista, avvenuta il 25 luglio del 1943.
L'organo ufficioso del partito era Il Popolo d'Italia, quotidiano fondato da Mussolini nel 1914.[25] L'inno era Giovinezza, nella versione di Salvator Gotta del 1925, qualificato come Inno trionfale del Partito Nazionale Fascista. La legge 20 giugno 1952, n. 645 (detta «legge Scelba»), in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana, ne vieta la ricostituzione.[26]
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- ^ Il regime fascista intraprese la via autarchica come reazione alle sanzioni economiche all'Italia. In precedenza, il fascismo aveva sostenuto il liberismo (dal 1922 al 1927, con il ministro fascista di idee liberiste Alberto de' Stefani) e in seguito un maggior protezionismo
- ^ Gianni Oliva, L'ombra nera. Le stragi nazifasciste che non ricordiamo più, Mondadori, Collana: Le scie, 2007.
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- ^ Popolo d’Italia, Il, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ LEGGE 20 giugno 1952, n. 645 - Normattiva, su www.normattiva.it. URL consultato il 12 agosto 2022.