Partito Tory

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Tory
(IT) Partito Tory
LeaderGiacomo II d'Inghilterra
James Butler
William Pitt il Giovane
Robert Jenkinson
Arthur Wellesley
Robert Peel
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Fondazione1678
Dissoluzione1834
Confluito inPartito Conservatore
IdeologiaConservatorismo
Colonialismo[1]

Correnti interne:
 · Conservatorismo liberale
 · Giacobitismo
 · Liberismo
 · Protezionismo
 · Nazionalismo
[senza fonte]

CollocazioneCentro-destra/Destra
Colori     Blu

Il partito Tory è uno dei principali partiti (opposto a quello dei Whigs) attivi tra il tardo Seicento e la metà dell'Ottocento in Inghilterra e successivamente Regno di Gran Bretagna in seguito alla fine della Repubblica di Cromwell durante il regno di Carlo II.

Chiamati ironicamente «banditi cattolici[senza fonte]», sostenevano che il potere parlamentare (seppur presente nello Stato inglese) dovesse comunque essere meno forte rispetto al potere regio. Inoltre erano assolutamente contrari alla tolleranza religiosa, sostenendo che l'unica religione praticabile fosse l'anglicanesimo e fu favorevole alla politica espansionistica d'oltreoceano specialmente territoriale del colonialismo. Il partito ha tratto la sua forza principalmente dalla nobiltà rurale, piuttosto che dall'aristocrazia. Dopo la gloriosa rivoluzione del 1688 andò incontro a un rapido declino, sciogliendosi nel 1760. Tuttavia alcuni scrittori politici continuarono a usare il termine e alcuni decenni dopo si formò un nuovo partito che controllò il governo tra il 1783 e il 1830, per poi sciogliersi definitivamente nel 1834, anno della fondazione del Partito Conservatore, formato dall'unione dei tory con il Partito Liberale Unionista. Il termine venne usato da alcuni Whig conservatori guidati da Edmund Burke che alla fine del Settecento presero posizione contro la rivoluzione francese.

Il termine «tory» è ancora oggi usato per riferirsi ai membri del moderno Partito Conservatore, eredi dal 1834 dei nuovi tory di Burke.

  1. ^ Andrea Giardina - Giovanni Sabbatucci - Vittorio Vidotto, I Mondi della Stroria (PDF), su laterza.it. URL consultato il 9 maggio 2023.

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