Percezione

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Studio delle modalità percettive della vista tramite un bastone di Giacobbe, in una raffigurazione del trattato alchemico Utriusque Cosmi del medico britannico Robert Fludd (1617)

La percezione è il processo che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato.[1] Gli assunti allo studio della percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici. Le principali discipline che si sono occupate di percezione sono la psicologia, la medicina e la filosofia.

È possibile operare una prima distinzione tra la sensazione[1] legata agli effetti immediati ed elementari del contatto dei recettori sensoriali con i segnali provenienti dall'esterno e in grado di suscitare una risposta e la percezione che corrisponde all'organizzazione dei dati sensoriali in un'esperienza complessa ovvero al prodotto finale di un processo di elaborazione dell'informazione sensoriale da parte dell'intero organismo.

La psicologia associazionista considerava la percezione come la somma di più stimoli semplici legati in modo diretto al substrato fisiologico degli apparati sensoriali. Con lo sviluppo e il consolidamento della psicologia della Gestalt, il centro dell'indagine sui processi percettivi passa dalla precedente concezione elementaristica alla percezione come risultato di un'interazione e organizzazione globale di varie componenti. Prima di esporre le varie teorie che si sono occupate della percezione, è opportuno comprendere i processi che ne stanno alla base. Tali processi sono di due tipi: la categorizzazione e l'identificazione.

  1. ^ a b Giovanni Bruno Vicario, La percezione visiva, in Giovanni Bruno Vicario (a cura di), Psicologia sperimentale (PDF), CLEUP, 1988, p. 65, ISBN 8871786025.

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