In cristologia, la Persona di Cristo si riferisce allo studio della natura umana e di quella divina di Gesù Cristo come coesistenti in un'unica persona.[1] Tale dottrina è nota come unione ipostatica e diofisismo, e non è professata dalle confessioni che non riconoscono la Trinità.
Non vi sono discussioni dirette o specifiche nel Nuovo Testamento in merito alla doppia natura della Persona di Cristo come unitamente divina e umana.[1] Di conseguenza, sin dai primi tempi del cristianesimo i teologi hanno dibattuto i vari approcci alla comprensione di queste nature.[1]
Storicamente, secondo il pensiero della Scuola Catechetica di Alessandria (basata sul Vangelo di Giovanni) Gesù Cristo è il Logos eterno che già possiede unità col Padre prima dell'atto dell'Incarnazione.[2] In contrasto, la Scuola di Antiochia afferma che Cristo è una singola persona umana unificata a parte dalla sua relazione col divino.[2]
Le convinzioni di queste scuole possono essere riassunte come segue:[3]
Tuttavia, dopo il Primo Concilio di Nicea nel 325, il Logos e la seconda persona della Trinità vennero usati intercambiabilmente.[4][non si capisce cosa c'entri con la distinzione appena fatta]