Peste nera

Peste nera
epidemia
Trionfo della morte, 1446, Palazzo Sclafani, Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo, affresco staccato
PatologiaDiffusione tramite i roditori, scarsa igiene, guerre, epidemie minori
LuogoAsia, Europa, Nordafrica, Caucaso
Nazioni coinvolteGeorgia, Azerbaigian, Russia e Armenia
Periodo1346 -
1353
Dati statistici globali[1]
Numero di morticirca 20 milioni di vittime stimate in Europa[2]

La peste nera fu una pandemia generatasi in Asia centrale settentrionale durante gli anni trenta del XIV secolo e diffusasi in Europa a partire dal 1346, dando origine alla cosiddetta seconda pandemia di peste.

Nonostante il nome, non è certo che la malattia scatenante sia stata effettivamente la peste, anche se la quasi unanimità degli studiosi concorda che possa esserlo stato, identificando la peste nera come un'infezione di peste diffusa dal batterio Yersinia pestis, che si trasmette generalmente dai ratti agli uomini per mezzo delle pulci. Il batterio è stato isolato nel 1894 e da allora la peste è curabile, ma se non trattata adeguatamente, e nel XIV secolo non era conosciuto alcun modo per farlo, la malattia risulta letale dal 50% alla quasi totalità dei casi a seconda della forma con cui si manifesta: bubbonica, setticemica o polmonare.

La peste nera si diffuse in fasi successive dall'altopiano della Mongolia, prima attraverso la Cina e la Siria e poi anche alla Turchia asiatica ed europea, per poi raggiungere la Grecia, l'Egitto e la penisola balcanica. Nel 1347 arrivò in Sicilia e da lì a Genova. Nel 1348 aveva infettato la Svizzera[3] e tutta la penisola italiana, risparmiando parzialmente il territorio del Ducato di Milano; dalla Svizzera si allargò quindi alla Francia e alla Spagna. Nel 1349 raggiunse l'Inghilterra, la Scozia e l'Irlanda[4]. Infine nel 1353, dopo aver infettato tutta l'Europa, i focolai della malattia si ridussero fino a quasi scomparire, restando però occasionalmente endemici[5]. Secondo studi moderni, la peste nera uccise almeno un terzo della popolazione del continente[6], provocando verosimilmente quasi 20 milioni di vittime[2].

Oltre alle devastanti conseguenze demografiche, la peste nera ebbe un forte impatto nella società del tempo. La popolazione in cerca di spiegazioni e rimedi arrivò talvolta a ritenere responsabili del contagio gli ebrei, dando luogo a persecuzioni e uccisioni; molti attribuirono l'epidemia alla volontà di Dio e di conseguenza nacquero diversi movimenti religiosi, tra cui uno dei più celebri fu quello dei flagellanti. Anche la cultura fu notevolmente influenzata: Giovanni Boccaccio utilizzò come narratori nel suo Decameron dieci giovani fiorentini fuggiti dalla loro città appestata; in pittura, il soggetto della "danza macabra" fu un tema ricorrente delle rappresentazioni artistiche del secolo successivo.

Terminata la grande epidemia, la peste continuò comunque a flagellare la popolazione europea, seppur con minor intensità, a cadenza quasi costante nei secoli successivi.

  1. ^ Numero complessivo di casi confermati e sospetti.
  2. ^ a b Ujvari, p. 70.
  3. ^ tranne il Cantone dei Grigioni.
  4. ^ Frari, pp. 296-297.
  5. ^ Frari, p. 298.
  6. ^ Alchon, p. 21.

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