Il piccione viaggiatore è una varietà del piccione domestico (Columba livia domestica) derivato dal piccione selvatico orientale, selezionato geneticamente per la sua abilità di ritrovare la strada di casa percorrendo distanze anche lunghissime.
Il piccione viaggiatore ha un innato senso di orientamento[1] che gli permette di tornare al proprio nido sfruttando il fenomeno della magnetoricezione.[2]
Voli sino a 1.820 chilometri sono stati registrati in competizioni colombofile.[3] La loro velocità media in volo su moderate distanze (600 km) è di circa 80 chilometri all'ora.
Grazie alle sue capacità di orientamento e di viaggiare lontano in passato fu utilizzato per portare messaggi da un luogo all'altro ed il termine che indicava questi messaggi è colombigramma[4]. Il senso di orientamento e la affidabilità dei colombi è confermata da un curioso utilizzo che ne fu fatto alla fine degli anni 60 e fino ai primi anni 80,all’Ospedale Fiorentino della Santissima Annunziata. Per evitare ritardi dovuti al traffico, nella consegna di provette al laboratorio centralizzato di analisi, le stesse venivano “affidate” a piccioni viaggiatori addestrati allo scopo. E le provette arrivavano in perfetto orario [5]