In greco antico un pinakion (pl. pinakia) era una tavoletta su cui sono incisi il nome del giurato, quello del padre (non sempre presente) e quello del demo di appartenenza, oltre ad una delle prime dieci lettere dell’alfabeto[1]. Oltre ad essere usati nei tribunali, i pinakia erano impiegati anche per il sorteggio di magistrati e funzionari pubblici.
Aristotele, nell’Athenaion Politeia (63.4), afferma che i pinakia erano di legno di bosso; tale descrizione, però, contrasta con il dato archeologico perché gli esemplari giunti a noi — risalenti alla prima metà del IV secolo a.C. — sono circa duecento e tutti in bronzo. Secondo J. H. Kroll, ciò si spiega con il fatto che intorno al 350 a.C. il bosso sostituì il bronzo per le tessere usate per i giurati, mentre quest’ultimo si conservò per quelle dei funzionari[2].
Le tessere misurano mediamente 11x2x0,2 cm e possono avere impresso uno o più dei seguenti bolli: la civetta con la legenda ΑΘΗ, tipo del rovescio del triobolo, la doppia civetta con una sola testa e il gorgoneion[3]. Sempre secondo Kroll, le tessere recanti il triobolo furono introdotte dal 378/7 a.C. e probabilmente tale bollo indicava la paga (μισθός) di tre oboli che ogni giudice riceveva dopo aver servito una giornata nei tribunali (Ath. Pol., 68.2); i pinakia usati per l’assegnazione dei funzionari e delle magistrature recavano il gorgoneion[4].
I pinakia sopravvissuti molto spesso presentano varie riutilizzazioni, a testimonianza del fatto che c’era competizione per i posti da giurato[5].