Per populismo (in inglese populism; in russo народничество?, narodničestvo) si intende genericamente un atteggiamento e una prassi politica che mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone valori, desideri, frustrazioni e sentimenti collettivi o popolari.
Storicamente il termine nasce in riferimento ai movimenti socialisti e anti-zaristi nella Russia della seconda metà del XIX secolo (si veda populismo russo). Per lo più usato con accezione dispregiativa e quale sinonimo di demagogia, il termine è assai diffuso con riferimento al contesto latino-americano nella seconda metà del XX e nel XXI secolo, in maniera indifferenziata per gruppi di destra e di sinistra (si veda peronismo, chavismo), a indicare un rapporto diretto e spesso carismatico con le masse popolari. Forme di populismo ante-litteram possono essere rintracciate nel bonapartismo (Napoleone I e Napoleone III, in accezione cesaristica) e nella Rivoluzione francese, specialmente nelle fazioni che si rifacevano alle idee di Rousseau (come i giacobini).[1]
Con un significato più neutro negli anni più recenti, segnatamente nel periodo post-crisi, è diventato di uso comune in Europa per caratterizzare quei partiti e movimenti politici che in forme e con finalità differenti intendono rappresentare gli interessi della popolazione contro quelli della classe dirigente e delle cosiddette élite. In senso spregiativo, invece, esso indica l'atteggiamento demagogico volto ad assecondare o accattivarsi le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto o opportunità,[2] in funzione dell'ottenimento di consenso o di popolarità, anche attraverso varie forme possibili di propaganda.