Praefectus urbi | |
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Stato | Età regia di Roma (753-509 a.C.), Repubblica romana (509-30 a.C.), Impero romano (30 a.C.-395 d.C.), Impero romano d'Occidente (395-476), Regno di Odoacre (476-493), Regno Ostrogoto (493-553), Impero romano d'Oriente (395-XII secolo) |
Tipo | Amministratore locale |
Istituito | 451 a.C. (Roma) 359 (Costantinopoli) |
Soppresso | 599 (Roma) XII secolo (Costantinopoli) |
Nominato da | Re di Roma (fino al 509 a.C.) Consoli (fino al 253) |
Durata mandato | a vita (fino al 509 a.C.) |
Sede | Roma, Costantinopoli (dal IV secolo) |
Nell'antichità romana, il praefectus urbi era il prefetto della città di Roma.
Secondo la tradizione, la carica sarebbe stata istituita già in età regia, dallo stesso Romolo, come custos urbis, venendo poi indicata per la prima volta come praefectus urbi all'epoca dei decemviri, nel 451 a.C..[1] e mantenuta quindi in epoca repubblicana e imperiale.
Nella tarda antichità, la magistratura acquisì grande rilevanza; dal IV secolo inoltre i prefetti divennero due, poiché ne ebbe uno anche Costantinopoli. La carica sopravvisse alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476): l'ultima attestazione di un praefectus urbi a Roma risale al 599.[2] Nell'Impero romano d'Oriente sopravvisse fino al pieno medioevo.